Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Romani 13:8
“Fratelli, se uno sia sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine”. Galati 6:1. Respingete la potenza del nemico con la fede e con la preghiera. Pronunciate parole di fiducia e coraggio, che saranno come un balsamo ristoratore per l'animo ferito e colpito. Una sola parola affettuosa può incoraggiare, portandole alla vittoria, molte persone depresse e sul punto di soccombere nella grande lotta della vita. Non dobbiamo mai passare accanto a qualcuno che soffre senza cercare di infondergli quel coraggio con il quale siamo stati consolati da Dio. GDN 381.1
Tutto ciò rappresenta il vero adempimento dello spirito della legge, spirito che è stato illustrato nella parabola del buon samaritano e che si è manifestato nella vita di Gesù. Il suo carattere rivela il vero significato della legge, che consiste nell'amare il prossimo come se stessi. Quando i figli di Dio manifestano misericordia, gentilezza e amore per tutti gli uomini, testimoniano il vero carattere delle leggi del cielo e proclamano che: “La legge del Signore è perfetta, essa ristora l'anima”. Salmi 19:7. Chiunque non ha questo tipo di amore, infrange la legge che professa di osservare. Lo spirito che manifestiamo verso i nostri fratelli è la prova dei nostri rapporti con Dio. L'unica fonte dell'amore per il prossimo è l'amore di Dio nel cuore. “Se uno dice: Io amo Dio, ma odia il suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto”; “Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e il suo amore diventa perfetto in noi”. Giovanni 4:20, 12. GDN 381.2
Leggi il libro dell'Esodo 20:1-17. In che modo questi versetti rivelano i due principi, quello dell'amore per Dio e quello dell'amore per il prossimo?
Dio, nei precetti della sua santa legge, ha dato una perfetta regola di vita. Egli ha dichiarato che questa legge rimarrà immutata in ogni suo punto. Sino alla fine dei tempi Dio reclamerà i suoi diritti sugli uomini. Cristo venne per valorizzare la legge; Egli mostrò che essa si basa sul grande fondamento dell’amore verso Dio e l’amore verso gli uomini, e che tutto il dovere dell’uomo consiste nell’ubbidienza ai suoi precetti. Gesù, con la sua stessa vita, diede un esempio di ubbidienza alla legge di Dio. Nel sermone sulla montagna spiegò che i suoi princìpi andavano oltre le azioni esteriori includendo i pensieri e gli intenti del cuore. UVI 316.2
La legge, ubbidita, conduce gli uomini a “rinunziare all’empietà e alle mondane concupiscenze” e a “vivere in questo mondo temperatamente, giustamente e piamente”. Tito 2:12 (Luzzi). Ma il nemico della giustizia ha reso questo mondo schiavo e ha guidato uomini e donne a disubbidire alla legge. Come Paolo previde, molti si sono allontanati dalle semplici e penetranti verità della Parola di Dio e hanno scelto degli insegnanti che presentano loro le favole che essi desiderano. Molti sia tra i ministri che tra i membri stanno calpestando i comandamenti di Dio. Così il Creatore del mondo è insultato e Satana è contento di essere riuscito a ingannare gli uomini. UVI 316.3
Al crescente rigetto della legge divina si aggiunge una crescente disaffezione verso la religione, un aumento dell’orgoglio, dell’amore per il piacere, della disubbidienza ai genitori e dell’indulgenza. In ogni luogo, delle menti investigatrici stanno ansiosamente chiedendo: Cosa può essere fatto per correggere questi mali così allarmanti? La risposta si trova nell’esortazione che Paolo fece a Timoteo: “Predica la Parola”. La Bibbia contiene i soli princìpi sicuri. Essa è una trascrizione della volontà di Dio, un’espressione della saggezza divina. Inoltre presenta all’intelletto umano i grandi problemi della vita. Essa sarà una guida infallibile per tutti coloro che gli danno ascolto, trattenendoli da quelle scelte capaci di rovinare la loro esistenza. UVI 316.4
Leggi Romani 6:1-3 e poi Romani 7:7-12, con particolare enfasi sul versetto 12. Cosa ci dicono questi versetti sulla legge, anche dopo la morte di Cristo?
Apocalisse 22:14, 15: Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna!
Qui vediamo che solo coloro che osservano i Suoi comandamenti hanno il diritto di entrare nella Città. Quando l'opera di salvezza sarà terminata e le persone saranno riunite nella casa, saranno coloro che continueranno a osservare i comandamenti di Dio, anche dopo che il peccato sarà stato sradicato. Il peccato, tuttavia, non può essere sradicato finché la legge viene trasgredita, poiché la trasgressione di essa è peccato. (1 Giovanni 3:3, 4). I comandamenti di Dio, vedete, sono eterni, e solo quando i cristiani inizieranno a vivere la vita che la Parola di Dio sostiene, si troveranno a vivere al di sopra della legge; solo allora saranno liberi dalla trasgressione.
Infine, se i comandamenti di Dio sono eterni, allora devono essere sempre esistiti. Il sabato che fu fatto e santificato nella settimana della creazione, prima che venisse il peccato, è contenuto nei comandamenti. E, inoltre, Adamo non avrebbe potuto peccare se il comandamento: “Non avrai altri dei davanti a Me”, non fosse esistito allora.
Romani 7:7 – Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare.
L'affermazione ispirata di San Paolo colloca i dieci comandamenti, vedete, proprio nel quadro del Vangelo. Senza i comandamenti, dichiara, i seguaci del Vangelo non saprebbero cosa sia il peccato.
Prendendo pertanto occasione da questo comandamento, il peccato scatenò in me ogni sorta di desideri. Senza la legge infatti il peccato è morto e io un tempo vivevo senza la legge. Ma, sopraggiunto quel comandamento, il peccato ha preso vita e io sono morto; la legge, che doveva servire per la vita, è divenuta per me motivo di morte.
Qui vediamo che la legge non salva ma condanna; e che senza la legge non ci sarebbe peccato. La legge non salvò Adamo ed Eva, ma li giudicò indegni dell'Albero della Vita e di una casa in Eden. Infatti, li condannò a morte. La legge è solo un insegnante di rettitudine. Questo è tutto. Non è un salvatore.
Versetti 12-14 – Così la legge è santa e santo e giusto e buono è il comandamento. Ciò che è bene è allora diventato morte per me? No davvero! È invece il peccato: esso per rivelarsi peccato mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato apparisse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento. Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato.
Le persone che obbediscono a una legge statale la considerano un eccellente statuto di libertà, ma coloro che si dilettano nel peccare, per loro la legge è un anatema. Ogni assassino che per legge è stato condannato a morte, naturalmente non si compiace della legge che lo ha condannato, né delle persone che hanno eseguito la sua sentenza. Se uno così facesse a modo suo, abolirebbe la legge. Anche tutti i criminali abolirebbero la legge di Dio, perché la legge è spirituale, e loro sono carnali, venduti al peccato.
Cosa accadrebbe se non ci fosse alcuna legge nel Regno di Dio, nessuna legge contro l'omicidio e il furto, o contro l'invidia e la gelosia? Chi vorrebbe essere nel Regno anche solo per un po'? Se così fosse, allora, naturalmente, staremo meglio nei regni del mondo.
Il Decalogo, inoltre, non è solo un codice morale, ma anche fisico, poiché il peccato contro la legge coinvolge anche i discendenti del peccatore. Visita le “iniquità dei padri sui figli fino alla terza e quarta generazione”. Es. 20:5
Inoltre, ogni discendente di Adamo nasce naturalmente nel peccato, è portato al peccato:
Versetto 15 – Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto.
Tale è la sorte dell'uomo, l'uomo carnale odia la legge di Dio, e ancor più perché va contro la sua volontà.
Versetto 16 - Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona;
Se uno si astiene dal rubare, acconsente che la legge sia buona ed efficace, anche se per natura potrebbe piacergli l'idea di rubare.
Leggi Geremia 31:31-34. Cosa ci insegna sulle promesse di Dio di darci un cuore nuovo? Confronta questo con le parole di Cristo a Nicodemo in Giovanni 3:1-21 sulla nuova nascita. (Vedi anche Ebrei 8:10.)
Ecco la promessa di un nuovo contratto, di una nuova alleanza. Non è il tipo di alleanza che Dio fece con i nostri predecessori nel giorno in cui uscirono dall'Egitto, il giorno in cui scrisse i comandamenti su tavole di pietra e quindi di osservarli. Invece, Egli fa una nuova alleanza, un'alleanza per scriverli nei nostri cuori. Allora ognuno di noi lo conoscerà di conseguenza senza bisogno di essere istruito.
Notate, però, che non sta per fare una nuova legge, ma una nuova alleanza, un nuovo contratto per osservare la legge. La differenza è che invece di scrivere la legge su tavole di pietra, la scriverà sulle tavole di carne del cuore, la sede che ora occupa la legge del peccato.
Questo patto, vedete, deve essere fatto sia con la casa d'Israele che con la casa di Giuda, con tutto il popolo di Dio.
Le Scritture, ricordate, non dicono che non possiamo osservare la legge mentre è scritta sulle tavole di pietra, ma dicono chiaramente che possiamo, poiché coloro che hanno infranto la legge sono rimproverati per averlo fatto. Possiamo quindi, anche ora, osservare i comandamenti anche se sono ancora scritti su pietre. Per comodità, la maggior parte dei cristiani vorrebbe che la legge fosse abolita, e alcuni si fanno credere che lo sia stata, anche se l'unica legge che è stata abolita è la legge cerimoniale e sacrificale, l'ombra dell'Agnello di Dio.
Che differenza farebbe se la legge fosse scritta sulla pietra o nei nostri cuori? L'esperienza di Nabucodonosor, re di Babilonia, rivela la risposta.
Se il re fosse stato costretto a vivere con il bestiame, in una stalla o in un campo, si sarebbe suicidato se possibile. Ma non appena Dio gli tolse il cuore umano e gli mise dentro il cuore di un bue, il re fu perfettamente contento di stare con il bestiame e del tutto scontento di vivere nel suo palazzo.
Se la stessa cosa fosse fatta a qualcuno di noi, i nostri desideri sarebbero gli stessi del re. Allo stesso modo, quando il cuore di pietra ci sarà tolto e ci sarà messo il cuore di carne con la legge di Dio scritta sopra, troveremo allora del tutto scomodo peccare e delizioso osservare i comandamenti di Dio. E quindi non dovete temere di dover lottare per osservare la legge di Dio nel Regno, come fate qui. Sarete allora perfettamente contenti di vivere una vita senza peccato. Infatti non vorrete più peccare di quanto ora vorreste morire.
Davvero meraviglioso! Ma quando avverrà questo miracolo? Per trovare la risposta a questa domanda, dobbiamo collegare la profezia di Geremia.
Geremia 31:8 – Ecco li riconduco dal paese del settentrione e li raduno all'estremità della terra; fra di essi sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente; ritorneranno qui in gran folla.
Ezechiele 36:24-28 – Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio.
Le testimonianze di entrambi i profeti indicano chiaramente il momento in cui questo miracolo sarà compiuto nei cuori di tutto il popolo di Dio. Entrambi i profeti rendono quanto più chiaro possibile che questo cambiamento di cuore avviene in Terra Santa, in Palestina, all'inizio del regno che Dio promette di instaurare “nei giorni di questi re” (Daniele 2:44), non dopo i loro giorni. Dice inoltre che ci prenderà di mezzo ai pagani e ci radunerà da tutti i paesi e ci porterà nella nostra terra (Ezechiele 36:24), la terra in cui dimoravano i nostri padri (Ezechiele 36:28). “Allora”, in quel momento, dice l'Ispirazione, non prima, Egli ci aspergerà di acqua pura, ci purificherà da ogni impurità e da tutti gli idoli. Inoltre, allora Egli metterà in noi un cuore nuovo (Ezechiele 36:26). Egli ci darà il Suo Spirito e ci farà osservare i Suoi statuti e osservare i Suoi giudizi (Ezechiele 36:27). Leggete voi stessi questi versetti e vedete se dicono tutto ciò che sto cercando di dirvi.
Leggi Matteo 23:23, 24. Quali sono le “questioni più importanti della legge”? Leggi Deuteronomio 5:12-15 e Isaia 58:13, 14. In che modo questi passaggi dimostrano la relazione tra la legge (in particolare il comandamento del sabato) e l'interesse di Dio per la giustizia e la liberazione?
Tutto quello che Dio ordina è importante. Gesù ha riconosciuto che il pagamento della decima è un dovere, ma ha anche insegnato che ciò non può dispensare dal compiere altri doveri. I farisei erano molto precisi nel decimare le erbe dell'orto, come la menta, l'aneto e il comino. Costava poco e assicurava loro fama di scrupolosità e di santità. Ma le loro inutili restrizioni opprimevano il popolo e distruggevano il rispetto per quel sacro principio stabilito da Dio. Riempivano la mente degli uomini di sottigliezze insignificanti e distoglievano la loro attenzione dalle verità essenziali. Venivano trascurati i punti più importanti della legge: la giustizia, la misericordia e la verità. Gesù infatti aveva aggiunto: “Queste son le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre”. GDN 468.1
“Il settimo giorno è il giorno scelto da Dio. Egli non ha lasciato che questo argomento fosse rimodellato da un sacerdote o da un governante. È troppo importante per essere lasciato al giudizio umano. Dio vide che gli uomini avrebbero studiato la propria convenienza e scelto un giorno più adatto alle loro inclinazioni, un giorno privo di autorità divina; e ha dichiarato chiaramente che il settimo giorno è il sabato del Signore. ST 31 marzo 1898, par. 6
“Ogni uomo nel mondo di Dio è soggetto alle leggi del Suo governo. Dio ha posto il sabato nel seno del Decalogo e ne ha fatto il criterio dell'obbedienza. Attraverso di esso possiamo conoscere il Suo potere, come mostrato nelle Sue opere e nella Sua Parola. Ma oggi il mondo sta seguendo l'esempio di coloro che vissero prima del diluvio. Ora, come allora, gli uomini scelgono di seguire le proprie inclinazioni, piuttosto che obbedire ai comandamenti di Dio. Gli abitanti del mondo antidiluviano si glorificavano invece di commemorare le gloriose opere della creazione. Non obbedivano alla legge di Dio; non onoravano il sabato. Se lo avessero fatto, avrebbero riconosciuto il loro dovere verso il loro Creatore. Questo era l'oggetto originale e supremo del comando: “Ricordati del giorno del sabato per santificarlo”. ST 31 marzo 1898, par. 7
“Perciò il Figlio dell'uomo è Signore anche del sabato”. Marco 2:28. Queste parole contengono un insegnamento e un motivo di conforto. Il sabato è il giorno del Signore perché è stato fatto per l'uomo. Esso appartiene a Cristo, alla sua Parola. Infatti “Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta”. Giovanni 1:3. Avendo fatto ogni cosa, egli ha anche stabilito il sabato. Lo ha dato come memoriale della creazione, memoriale che lo designa come colui che ha creato e che santifica. Esso dichiara inoltre che colui che ha creato tutte le cose e che le sostiene è anche il capo della chiesa e che mediante il suo potere noi siamo riconciliati con Dio. Parlando d'Israele, egli dice: “A loro diedi anche i miei sabati perché servissero di segno tra me e loro, perché conoscessero che io sono il Signore che li santifico”. Ezechiele 20:12. Il sabato è dunque il segno della potenza di Cristo la quale ci può rendere santi. Esso è dato a tutti quelli che Cristo santifica. Come segno del suo potere di santificazione, il sabato è dato a tutti quelli che attraverso Cristo entrano a far parte dell'Israele di Dio. GDN 209.1
Il Signore dice: “Se tu trattieni il piede dal violare il sabato, facendo i tuoi affari nel mio santo giorno; se chiami il sabato una delizia, e venerabile ciò ch'è sacro al Signore... allora troverai la tua delizia nel Signore”. Isaia 58:13, 14. GDN 209.2
Il sabato sarà una delizia per tutti coloro che lo accetteranno come segno della potenza creatrice e redentrice di Cristo. Sapendo che Cristo lo ha stabilito, si rallegreranno in lui. Il sabato testimonia della sua potenza nella creazione e nella redenzione. Ricordando la pace dell'Eden perduto, esso fa pensare alla pace ristabilita per mezzo del Salvatore. Tutto il creato ripete il suo invito: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”. Matteo 11:28. GDN 209.3
“L'opera di riforma del sabato da compiere negli ultimi giorni è preannunciata nella profezia di Isaia: “Così dice il Signore: Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire e la mia giustizia per essere rivelata. Beato l'uomo che fa questo e il figlio dell'uomo che vi si attiene, che preserva il sabato dall'incontaminarlo e trattiene la sua mano dal fare alcun male”. «I figli dello straniero che si uniscono al Signore per servirlo e amare il nome del Signore, per essere suoi servi, tutti quelli che osservano il sabato senza profanarlo e si attengono al mio patto, anch'essi li condurrò sul mio monte santo e li rallegrerò nella mia casa di preghiera». Isaia 56:1, 2, 6, 7. GC 451.1
Leggete Giacomo 2:1-9. Quali messaggi cruciali ci vengono dati qui?
“Sebbene Cristo fosse ricco nei cieli, si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. Gesù ha onorato i poveri condividendo la loro umile condizione. Dalla storia della Sua vita dobbiamo imparare come trattare i poveri. Alcuni portano il dovere della beneficenza all'estremo e fanno davvero del male ai bisognosi facendo troppo per loro. I poveri non sempre si sforzano come dovrebbero. Anche se non devono essere trascurati e lasciati a soffrire, bisogna insegnare loro ad aiutarsi da soli. 4T 550.3
“La causa di Dio non dovrebbe essere trascurata affinché i poveri possano ricevere la nostra prima attenzione. Cristo una volta diede ai suoi discepoli una lezione molto importante su questo punto. Quando Maria versò l'unguento sul capo di Gesù, l'avido Giuda fece un appello a favore dei poveri, mormorando su ciò che considerava uno spreco di denaro. Ma Gesù giustificò l'atto, dicendo: “Perché la disturbate? Ha fatto un'opera buona su di Me”. “Ovunque sarà predicato questo vangelo in tutto il mondo, anche questo che ha fatto sarà ricordato come un memoriale di lei”. Questo ci insegna che Cristo deve essere onorato nella consacrazione del meglio delle nostre sostanze. Se tutta la nostra attenzione fosse rivolta a soccorrere i poveri, la causa di Dio verrebbe trascurata. Né l'uno né l'altro ne soffriranno se i suoi amministratori faranno il loro dovere, ma la causa di Cristo dovrebbe venire prima. 4T 550.4
“I poveri dovrebbero essere trattati con lo stesso interesse e la stessa attenzione dei ricchi. La pratica di onorare i ricchi e di sminuire e trascurare i poveri è un crimine agli occhi di Dio. Coloro che sono circondati da tutti i comfort della vita, o che sono coccolati e viziati dal mondo perché sono ricchi, non sentono il bisogno di simpatia e tenera considerazione come fanno le persone le cui vite sono state una lunga lotta contro la povertà. Questi ultimi hanno ben poco in questa vita che li renda felici o allegri, e apprezzeranno la simpatia e l'amore. I medici e gli assistenti non dovrebbero in nessun caso trascurare questa classe, perché così facendo potrebbero trascurare Cristo nella persona dei suoi santi”. 4T 551.1
“Non era intenzione di Dio che la povertà abbandonasse il mondo. Le classi sociali non dovevano essere mai livellate, poiché la diversità di condizioni che caratterizza la nostra razza è uno dei mezzi con cui Dio ha voluto mettere alla prova e sviluppare il carattere. Molti hanno insistito con grande entusiasmo affinché tutti gli uomini avessero una parte uguale nelle benedizioni temporali di Dio, ma non era questo lo scopo del Creatore. Cristo ha detto che avremo sempre i poveri con noi. I poveri, così come i ricchi, sono il frutto del Suo sangue; e tra i Suoi seguaci, nella maggior parte dei casi, i primi Lo servono con un unico scopo, mentre i secondi fissano costantemente i loro affetti sui loro tesori terreni, e Cristo viene dimenticato. Le preoccupazioni di questa vita e l'avidità di ricchezze eclissano la gloria del mondo eterno. Sarebbe la più grande disgrazia che sia mai capitata all'umanità se tutti fossero messi su un piano di parità nei beni terreni”. 4T 551.3
“Se avete lo spirito di Cristo, amerete come fratelli; onorerete l'umile discepolo nella sua povera casa, perché Dio lo ama quanto ama voi, e forse di più. Egli non riconosce alcuna casta. Egli pone il suo sigillo sugli uomini, non per il loro rango, non per la loro ricchezza, non per la loro grandezza intellettuale, ma per la loro unità con Cristo. Sono la purezza di cuore e la determinazione a costituire il vero valore degli esseri umani. Il Signore ricorderà l'attenzione mostrata ai ricchi e la trascuratezza dei poveri, e vi collocherà in un luogo in cui vivrete esperienze simili a quelle degli afflitti che hanno sofferto mentre voi passavate dall'altra parte. RH 6 ottobre 1891, par. 7
“Tutti coloro che vivono in comunione quotidiana con Cristo, apprezzeranno gli uomini. Rispetteranno i buoni e i puri, anche se sono poveri nei beni di questo mondo”. RH 6 ottobre 1891, par. 8
La lezione inizia esprimendo che Dio è amore e la legge è una trascrizione del Suo carattere. “Quando i figli di Dio manifestano misericordia, gentilezza e amore verso tutti gli uomini, essi... stanno rendendo testimonianza al fatto che ‘la legge del Signore è perfetta... Chiunque non manifesti questo amore sta infrangendo la legge che professa di rispettare’.
La lezione di domenica tratta dei dieci comandamenti e di come si scompongono nei due grandi comandamenti, l'amore per Dio e l'amore per l'uomo. C'è un crescente disprezzo per la legge di Dio, un crescente disgusto per la religione, un aumento dell'orgoglio, dell'amore per il piacere, della disobbedienza ai genitori e dell'autoindulgenza. Ovunque c'è ansia su cosa si possa fare per correggere questi mali allarmanti? Se la legge fosse rispettata, porterebbe gli uomini a rinnegare “l'empietà e le concupiscenze mondane” e a “vivere sobriamente, rettamente e piamente in questo mondo presente”. Tito 2:12
La lezione di lunedì parla dei due peccati più gravi: l'idolatria, che è una violazione del primo grande comandamento, l'amore per Dio, e il maltrattamento dei poveri e dei bisognosi, che è una violazione del secondo grande comandamento, l'amore per il prossimo.
La legge, la sua giustizia e la sua santità sono l'argomento della lezione di martedì. La legge è buona in quanto identifica il peccato e risveglia in noi il bisogno di cercare il pentimento dal nostro Salvatore e Redentore che perdona i peccati, Cristo Gesù. È uno standard di giustizia quando viene fedelmente osservato da coloro che sono beneficiari dell'amore salvifico di Dio.
La lezione di mercoledì riguarda il sabato. Essa rivela che l'amore è l'adempimento della legge. In effetti, il sabato ci è dato come giorno di riposo e di gioia. Ci mostra che il Signore del sabato è anche un Dio di giudizio e di giustizia.
La lezione di giovedì ci impone la necessità di amarci gli uni gli altri e di non avere riguardo alla persona, ricca o povera che sia.