Attraverso il mar Rosso

Lezione 6, terzo trimestre, 2-8 agosto 2025

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Sabato pomeriggio, 2 agosto

Testo da memorizzare:

« Mosè rispose: "Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli". Esodo 14:13, 14


La speranza cominciò a rinascere nei cuori degli israeliti. Mosè invocò il Signore, che gli rispose così: “...Perché gridi a me? Dì ai figliuoli d’Israele che si mettano in marcia. E tu alza il tuo bastone, stendi la tua mano sul mare, e dividilo; e i figliuoli d’Israele entreranno in mezzo al mare a piedi asciutti”. Esodo 14:15, 16. PP 235.4

Il salmista descrisse il passaggio del mar Rosso con questo inno: “La tua via fu in mezzo al mare, i tuoi sentieri in mezzo alle grandi acque, e le tue orme non furon riconosciute. Tu conducesti il tuo popolo come un gregge, per mano di Mosè e d’Aaronne”. Salmi 77:19, 20. PP 235.5

Appena Mosè sollevò il suo bastone, l’acqua si divise e il popolo camminò sul fondo del mare, all’asciutto, fra due muri d’acqua. La colonna di fuoco brillava sopra le onde spumeggianti e illuminava la via tracciata nel mare, come un solco che si confondeva nell’oscurità della riva opposta. PP 235.6

«Svegliati, svegliati, rivestiti di forza, braccio del Signore; svegliati, come nei giorni antichi, nelle generazioni del passato. Non sei tu che hai tagliato Rahab e ferito il drago? Non sei tu che hai prosciugato il mare, le acque del grande abisso, che hai fatto delle profondità del mare una via per il passaggio dei riscattati? KJV — Isaia 51:9, 10

Quanto sarebbe illogico che Dio cercasse di risvegliare Se stesso, come se Lui, o il Suo braccio, fosse addormentato! Questo versetto mostra che Egli chiama il Movimento dell'Esodo il Suo braccio. Giustamente, perché Dio compie la Sua opera con i Suoi servitori. I Suoi servitori, quindi, sono il Suo braccio, e giudicheranno (governeranno) il popolo, e il popolo confiderà in loro. 

Domenica, 3 agosto

Andate e adorate Dio


Leggi Esodo 12:31-36. Quale strana richiesta fa il Faraone e perché, anche se concede a tutti il permesso di andarsene?

La sua presunzione e il suo orgoglio erano stati infine umiliati ed egli “...chiamò Mosè ed Aaronne, di notte, e disse: Levatevi, partite di mezzo al mio popolo, voi e i figliuoli d’Israele; e andate, servite l’Eterno, come avete detto... e benedite anche me!” Esodo 12:31, 32. Anche i consiglieri del re e il popolo incalzavano “...per affrettarne la partenza dal paese, perché dicevano: Noi siamo tutti morti”. Esodo 12:33. PP 231.3

Grazie alle meravigliose benedizioni concesse agli israeliti in occasione della liberazione dall’Egitto e dell’ingresso nella terra promessa, molti pagani ebbero la possibilità di riconoscere il Dio d’Israele come supremo Sovrano. Cfr. Esodo 7:5. Perfino l’orgoglioso Faraone fu costretto a riconoscere la potenza dell’Eterno. Cfr. Esodo 12:31, 32. PR 194.2

Nell’avanzata verso Canaan, gli eserciti di Israele scoprirono che molti erano al corrente delle potenti opere del Dio degli ebrei e alcuni fra i pagani lo riconoscevano come il vero Dio. Ecco la testimonianza resa da una pagana che abitava nella corrotta città di Gerico: “...perché il Signore, vostro Dio, è Dio lassù in cielo e quaggiù sulla terra”. Giosuè 2:11. La sua conoscenza dell’Eterno le garantiva la salvezza. “Per fede Raab, la prostituta, non morì con quelli che avevano disubbidito a Dio...”. Ebrei 11:31. La sua conversione non fu un fatto isolato, era il frutto della grazia di Dio in favore dei pagani che avevano riconosciuto l’autorità divina del Salvatore. Un popolo idolatra che abitava all’interno del paese — quello dei gabaoniti — rinunciò ai suoi idoli e si unì a Israele condividendo le benedizioni del patto. PR 194.3

Lunedì, 4 agosto

Consacrazione dei primogeniti


Leggi Esodo 13:1-16. I primogeniti israeliti furono risparmiati dalla grazia di Dio durante l'ultima piaga. Perché questo comando perpetuo e cosa dovrebbe significare per noi oggi?

In ricordo di quell’avvenimento prodigioso, ogni primogenito, sia fra gli uomini sia fra gli animali, sarebbe stato proprietà di Dio. Esso sarebbe stato restituito solo in cambio di un riscatto: in questo modo, gli ebrei riconoscevano che quando Dio aveva sterminato i primogeniti egiziani, aveva risparmiato quelli d’Israele grazie a un sacrificio di espiazione. Quella notte, infatti, i primogeniti ebrei erano stati esposti alla stessa condanna di quelli egiziani. “...Ogni primogenito è mio” dichiarò il Signore “il giorno ch’io colpii tutti i primogeniti nel paese d’Egitto, io mi consacrai tutti i primi parti in Israele, tanto degli uomini, quanto degli animali; saranno miei...”. Numeri 3:13. PP 228.3

Dopo l’istituzione del tabernacolo, il Signore scelse per il servizio del santuario la tribù di Levi, che sostituì i primogeniti del popolo israelita. “...Mi sono interamente dati di tra i figliuoli d’Israele” disse “io li ho presi per me, invece... dei primogeniti di tutti i figliuoli d’Israele”. Numeri 8:16. PP 228.4

Mosè aveva proclamato in tutto il paese che in ogni casa dove non si trovava sangue sugli stipiti, quella stessa notte il primogenito di quella casa sarebbe morto.

Coloro che disubbidirono all'ingiunzione divina, il giorno seguente erano indaffarati a piangere e seppellire i loro morti, mentre quelli che obbedirono al comando uscivano dalle città con gioia e in ordine. Sì, solo coloro che erano in grado di obbedire agli ordini furono liberati dalla schiavitù. È quindi indispensabile imparare a obbedire agli ordini se vogliamo ricevere il sigillo di Dio sulla fronte.

Quando Dio stava per colpire i primogeniti d'Egitto, comandò agli Israeliti di radunare i loro figli dagli Egiziani nelle loro abitazioni e di spalmare il sangue sugli stipiti delle loro porte, affinché l'angelo distruttore lo vedesse e passasse oltre le loro case. Era compito dei genitori radunare i propri figli. Questo è il vostro compito, questo è il mio compito e il compito di ogni madre che crede nella verità. L'angelo deve mettere un segno sulla fronte di tutti coloro che sono separati dal peccato e dai peccatori, e l'angelo distruttore seguirà, per uccidere completamente sia i vecchi che i giovani. 5T 505.2

Martedì 5 agosto

Attraversamento del Mar Rosso


Leggi Esodo 13:17-14:12. Come guidò Dio gli Israeliti quando lasciarono l'Egitto e cosa accadde dopo?

Tutto era pronto per la partenza. Il popolo d’Israele, con i sandali ai piedi e il bastone in mano, aspettava con timore, in silenzio, l’ordine del faraone. Prima dell’alba, gli ebrei erano già in viaggio. La potenza che Dio aveva manifestato attraverso le piaghe, aveva acceso la fede nei cuori degli schiavi e riempito di terrore gli oppressori. Gli israeliti si erano riuniti nella terra di Goscen. Sapendo di dover fuggire all’improvviso, essi si erano già organizzati perché l’esodo dall’Egitto avvenisse in modo ordinato: l’immensa folla fu divisa in squadre, dirette da responsabili designati. PP 232.1

Il popolo prese con sé anche “...greggi, armenti, bestiame in grandissima quantità”. Esodo 12:38. A differenza degli egiziani, gli ebrei non avevano venduto le loro proprietà al sovrano. Giacobbe e i suoi figli avevano portato in Egitto i loro greggi e le loro mandrie, che là si erano moltiplicati notevolmente. Prima di lasciare l’Egitto, il popolo chiese una ricompensa per il suo lavoro, che non era mai stato pagato; gli egiziani, impazienti di farlo partire, accettarono la richiesta. Così gli schiavi partirono con le ricchezze dei loro oppressori. PP 232.4

Camminando attraverso una pianura deserta e incolta, alcuni cominciavano tuttavia a chiedersi quale sarebbe stato l’esito di quell’avventura. La stanchezza per il lungo viaggio fece temere un inseguimento da parte degli egiziani, ma la nuvola continuava a indicare loro il cammino. Ad aggravare queste apprensioni, a un certo punto il Signore ordinò a Mosè di tornare indietro per uno stretto passo roccioso e accamparsi sulla riva del mare. Mosè aveva ricevuto una rivelazione divina: il faraone li avrebbe inseguiti, ma il Signore avrebbe dimostrato la sua grandezza, liberandoli. PP 234.1

Non fu un’impresa facile, tranquillizzare gli ebrei in attesa dell’intervento di Dio. Privi di disciplina e autocontrollo, essi diventarono violenti e irragionevoli. Erano certi di cadere nelle mani degli oppressori: in preda alla disperazione, incominciarono a gridare e a lamentarsi. Avevano seguito a lungo la nuvola prodigiosa, simbolo della guida divina: eppure ora si chiedevano se non rappresentasse il presagio di una calamità. Perché li aveva condotti fino a quella montagna, in un luogo senza via d’uscita? Per quegli uomini delusi, l’Angelo di Dio sembrava ormai la causa del disastro che si stava profilando. PP 235.2

Mercoledì, 6 agosto

Marciare per fede


Leggi Esodo 14:13-31. Nonostante la loro mancanza di fede, cosa fece Dio per i figli d'Israele?

In realtà, ciò che preoccupava Mosè era la diffidenza che esprimeva il popolo, nonostante le ripetute ed evidenti manifestazioni della protezione divina. Come potevano rimproverare lui, Mosè, per i pericoli e le difficoltà in cui si trovavano, se egli aveva eseguito un esplicito ordine divino? Solo il Signore poteva intervenire per liberarli. Mosè aveva fiducia in Dio ed era sicuro che avrebbe salvato la sua gente. Egli rispose con calma, rassicurando gli israeliti con queste parole: “...Non temete, state fermi, e mirate la liberazione che l’Eterno compirà oggi per voi; poiché gli Egiziani che avete veduti quest’oggi, non li vedrete mai più in perpetuo. L’Eterno combatterà per voi, e voi ve ne starete quieti”. Esodo 14:13, 14. PP 235.1

Proprio mentre gli egiziani si avvicinavano per catturare quella facile preda, la nuvola assunse la forma di una colonna e si sollevò maestosa, oltrepassò gli israeliti e si posò fra loro e l’esercito nemico, formando un muro di tenebre. Gli egiziani, non potevano più vedere l’accampamento degli ebrei e furono costretti a fermarsi. Quando scese la notte la nuvola, che formava una barriera, divenne luminosa dalla parte dell’accampamento degli ebrei, rischiarando tutto a giorno. PP 235.3

La speranza cominciò a rinascere nei cuori degli israeliti. Mosè invocò il Signore, che gli rispose così: “...Perché gridi a me? Dì ai figliuoli d’Israele che si mettano in marcia. E tu alza il tuo bastone, stendi la tua mano sul mare, e dividilo; e i figliuoli d’Israele entreranno in mezzo al mare a piedi asciutti”. Esodo 14:15, 16. PP 235.4

Appena Mosè sollevò il suo bastone, l’acqua si divise e il popolo camminò sul fondo del mare, all’asciutto, fra due muri d’acqua. La colonna di fuoco brillava sopra le onde spumeggianti e illuminava la via tracciata nel mare, come un solco che si confondeva nell’oscurità della riva opposta. PP 235.6

“E gli Egiziani li inseguirono; e tutti i cavalli di Faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro a loro in mezzo al mare. E avvenne verso la vigilia del mattino, che l’Eterno, dalla colonna di fuoco e dalla nuvola, guardò il campo degli Egiziani, e lo mise in rotta”. Esodo 14:23, 24. La misteriosa nuvola si era trasformata in una colonna di fuoco, lasciandoli sbalorditi. I tuoni rimbombavano e i fulmini illuminavano il cielo. “Le nubi versarono diluvi d’acqua; i cieli tuonarono; ed anche i tuoi strali volarono da ogni parte. La voce del tuo tuono era nel turbine; i lampi illuminarono il mondo; la terra fu scossa e tremò”. Salmi 77:17, 18. PP 236.1

Giovedì, 7 agosto 

Il canti di Mosè e Miriam


Leggi Esodo 15:1-21. Qual è il contesto del canto di Mosè?

«Il Signore operò meravigliosamente per la salvezza del suo popolo. Creò una via di fuga in mezzo al Mar Rosso. Le acque si accumularono come un muro forte e fu creato un sentiero di liberazione per le schiere d'Israele che seguivano la guida di Mosè. CTr 106.4

«All'inseguimento d'Israele, le vaste armate d'Egitto si avventurarono ad attraversare il mare seguendo lo stesso sentiero. Davanti a loro c'era una nuvola scura, ma essi continuarono ad avanzare. Quando tutto l'esercito - «tutti i cavalli del Faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri» - si trovò nel letto del mare, il Signore disse a Mosè: «Stendi la tua mano sul mare». Israele era passato all'asciutto, ma sentiva le grida degli eserciti che lo inseguivano. Quando Mosè stese la sua verga sul mare, le acque che si erano accumulate come un grande muro tornarono al loro corso naturale. Di tutti gli uomini d'Egitto in quel vasto esercito, nessuno scampò. Tutti perirono nella loro determinazione a seguire la propria strada e a rifiutare quella di Dio. Quell'occasione fu la fine della loro prova». CTr 106.5

Il mattino seguente, gli israeliti videro ciò che era rimasto dei loro potenti nemici: solo cadaveri, che il mare aveva sospinto sulla spiaggia. Quella notte erano stati liberati per sempre da un terribile pericolo. PP 236.3

Quella folla, così numerosa e inerme — schiavi che non avevano mai preso in mano le armi, donne, bambini, tutto il bestiame schiacciati tra il mare e il potente esercito egiziano — aveva visto aprirsi una via in mezzo alle acque e aveva assistito alla sconfitta degli oppressori, proprio nel momento in cui pensavano di trionfare. Gli ebrei manifestarono con canti di lode la loro gratitudine e la loro fede in colui che li aveva liberati in modo così miracoloso, unicamente attraverso la sua potenza. PP 236.4

Cantato da tutto un popolo, questo inno magnifico saliva al cielo come il mugghiare dell’oceano. Le donne d’Israele e Maria, sorella di Mosè, facevano eco al canto con danze e tamburelli. I monti circostanti, il mare e il deserto risuonavano di questa melodia, che esprimeva gioia. Si sentiva un unico grido: “...Cantate all’Eterno, perché si è sommamente esaltato...”. Esodo 15:21. PP 237.1

Questa grande liberazione e l’inno commemorativo lasciarono sul popolo un’impressione indimenticabile. Il canto fu ricordato attraverso i secoli dai profeti e dai cantori d’Israele, a confermare la fiducia in un Dio che protegge e libera coloro che confidano in lui. Esso preannuncia la distruzione di tutti i nemici della giustizia e la vittoria finale del popolo di Dio. Il profeta di Patmos contemplò la grande folla vestita di bianco che aveva “ottenuta vittoria” e che stava “in piè sul mare di vetro avendo delle arpe di Dio” e cantava “il cantico di Mosè, servitore di Dio, e il cantico dell’Agnello”. Apocalisse 15:2, 3. PP 237.2

Venerdì 8 agosto

Approfondimento

Dio, nella Sua saggezza, condusse Israele al Mar Rosso per il suo bene e, sebbene essi non potessero comprenderlo, per amore del Suo nome divise il mare, li fece attraversare sani e salvi e, con lo stesso miracolo, distrusse i loro nemici!

Se Mosè avesse dubitato della potenza e della guida di Dio quanto il popolo che era con lui, quale effetto avrebbe avuto la sua verga quando l'avrebbe colpita contro il mare? Nessuno. Se il giudizio dell'Infinito fosse stato uguale al giudizio del finito, l'esercito del Faraone avrebbe ucciso o ridotto nuovamente in schiavitù Israele.

Le loro potenti liberazioni dovrebbero quindi rafforzare per sempre la nostra fiducia in Dio e costituire un memoriale eterno del fatto che la saggezza degli uomini è follia per Dio e che la fede in Lui è davvero in grado di spostare montagne e mari.

Nonostante questi esempi, tuttavia, gli uomini continuano ad aspettarsi che Dio agisca secondo il loro giudizio, ed è per questo che a volte Egli usa dei bambini nella Sua opera invece di uomini saggi e prudenti.

L'esercito ebraico sapeva bene di essere stato condotto al mare seguendo la nuvola di giorno e la colonna di fuoco di notte. Eppure nessuna di queste meraviglie sembrava aver lasciato un'impressione duratura su di loro. C'è il pericolo che anche noi dimentichiamo il modo in cui il Signore ci ha guidati.

Oggi, come ai tempi di Mosè, molti stanno ripetendo i peccati di quel popolo: alcuni sono tutti infuocati un giorno e tutti gelati il giorno dopo. Altri lodano Dio a gran voce quando la loro nave naviga tranquilla, ma quando il mare si ingrossa e le onde cominciano a sbattere contro di loro, vedono solo un uomo al timone e, invece di aspettarsi che Dio calmi il mare, cominciano a cercare un posto da cui buttarsi. Altri ancora cercano costantemente di mettersi in mostra criticando continuamente coloro che portano tutto il peso del carico. Così è anche oggi tra noi: ci sono scettici, lamentosi, ambiziosi e critici, che un giorno ammettono una grande verità e il giorno dopo la dimenticano, eppure si aspettano di essere sigillati con il sigillo di Dio e di stare con l'Agnello sul monte Sion!