"Pilato gli disse: «Sei tu dunque re?». Gesù rispose: «Tu lo dici: io sono re. Io sono nato e sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce». Nuova Diodati — Giovanni 18:37
“Perché Dio permise che Abramo soffrisse la carestia
“Abramo continuò a viaggiare verso sud e la sua fede fu messa di nuovo alla prova. I cieli non fecero piovere e le greggi e le mandrie non trovarono pascoli. La fame minacciava l'intero accampamento. Tutti osservavano con impazienza per vedere cosa avrebbe fatto Abramo, mentre i problemi si susseguivano. Finché la sua fiducia sembrava incrollabile, sentivano che c'era speranza; erano sicuri che Dio fosse suo amico e che lo stesse ancora guidando. EP 76.4
“Abramo mantenne la promessa: “Io ti benedirò e renderò grande il tuo nome; e tu sarai una benedizione”. Non permise alle circostanze di scuotere la sua fede nella parola di Dio. Per sfuggire alla carestia scese in Egitto. Nella sua estrema necessità non tornò nella terra caldea da cui era venuto, ma cercò un rifugio temporaneo il più vicino possibile alla Terra Promessa. EP 77.1
“Il Signore nella sua provvidenza aveva portato questa prova su Abramo per insegnargli lezioni a beneficio di tutti coloro che sarebbero stati chiamati in seguito a sopportare l'afflizione. Dio non dimentica o scaccia coloro che ripongono la loro fiducia in Lui. Le prove che mettono a dura prova la nostra fede e fanno sembrare che Dio ci abbia abbandonati devono condurci più vicino a Cristo. Possiamo deporre tutti i nostri fardelli ai Suoi piedi e sperimentare la pace che Egli ci darà in cambio. EP 77.2
“È nel calore della fornace che la scoria viene separata dal vero oro del carattere cristiano. Attraverso prove difficili e impegnative Dio disciplina i Suoi servi. Egli vede che alcuni hanno poteri che possono essere usati per far progredire la Sua opera. Nella sua provvidenza, li mette in posizioni che mettono alla prova il loro carattere e rivelano debolezze nascoste alla loro stessa conoscenza. Dà loro l'opportunità di correggere questi difetti. Mostra loro la propria debolezza e insegna loro a fare affidamento su di Lui. Così vengono educati, addestrati e disciplinati, preparati a realizzare il grande scopo per il quale sono stati dotati di tali poteri. Gli angeli celesti possono unirsi a loro nel lavoro da compiere sulla terra. PE 77.3
Leggi Giovanni 18:37. Cosa ci dice questo riguardo all'opera di Cristo per contrastare gli inganni del nemico? Cosa significa che Gesù è il Re?
Il governo sotto il quale Gesù visse era corrotto e tirannico; ovunque si potevano riscontrare abusi, estorsioni, intolleranza e orribili crudeltà. Tuttavia, il Salvatore non propose un programma di riforme politiche. Non criticò questi abusi e non condannò i nemici della nazione. Non interferì con le autorità o le amministrazioni in carica. Colui che è stato il nostro esempio, si tenne lontano dai governi terreni. Lo fece non per indifferenza nei confronti delle sofferenze degli uomini, ma perché il rimedio consisteva non in soluzioni umane ed esteriori ma nel rivolgersi a ogni uomo individualmente e nel rigenerare il suo cuore. GDN 385.1
Il regno di Cristo non sarà stabilito con le decisioni dei tribunali, dei concili o delle assemblee legislative, non con l'appoggio dei grandi di questa terra, ma con l'accettazione della natura del Salvatore da parte dell'uomo attraverso l'opera dello Spirito Santo. “Ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio”. Giovanni 1:12, 13. Questa è l'unica forza che può elevare l'umanità. All'uomo, per il compimento di quest'opera, spettano l'insegnamento e l'osservanza della Parola di Dio. Quando l'apostolo Paolo iniziò la sua opera a Corinto, popolosa, ricca e corrotta città contaminata dai vizi del paganesimo, disse: “Mi proposi di non saper altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso”. 1 Corinzi 2:2. Più tardi, scrivendo ad alcuni di coloro che avevano vinto il peccato, poteva dire: “E tali eravate alcuni; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio”; “Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù”. 1 Corinzi 6:11; 1:4. GDN 385.2
“Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi dato in man dei giudei; ma ora il mio regno non è di qui. Allora Pilato gli disse: Ma dunque, sei tu re? Gesù rispose: Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce”. Versetti 36, 37. GDN 556.4
Gesù dichiarò che la sua Parola faceva conoscere la verità a coloro che erano pronti a riceverla. Essa aveva in sé la capacità di affermarsi, e il segreto del progresso del suo regno di verità risiedeva nella potenza di questa Parola. Egli desiderava far comprendere a Pilato che la sua vita poteva essere rinnovata e ristabilita solo accettando questa verità.GDN 556.5
Leggi Romani 3:23-26 e Romani 5:8. Cosa rivelano questi passaggi sul modo in cui Cristo sconfigge le accuse del diavolo?
“È stata concessa abbondante grazia affinché l'anima credente possa essere preservata dal peccato; poiché tutto il cielo, con le sue risorse illimitate, è stato posto al nostro comando. Dobbiamo attingere alla fonte della salvezza. Cristo è il fine della legge per la giustizia di tutti coloro che credono. In noi stessi siamo peccatori, ma in Cristo siamo giusti. Avendoci resi giusti attraverso la giustizia imputata di Cristo, Dio ci dichiara giusti e ci tratta come tali. Egli ci considera come i Suoi cari figli. Cristo opera contro il potere del peccato, e dove il peccato abbonda, la grazia abbonda molto di più. “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche ottenuto l'accesso per mezzo della fede a questa grazia nella quale stiamo saldi, e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio“ (Romani 5:1-2).” 1SM 394.1
“Quando Cristo chinò il capo e morì, portò con sé sulla terra le colonne del regno di Satana. Sconfisse Satana. FLB 50.3
“Cristo si sottomise alla crocifissione, sebbene le schiere celesti avrebbero potuto liberarlo. Gli angeli soffrirono con Cristo. Dio stesso fu crocifisso con Cristo, poiché Cristo era uno con il Padre. Coloro che rifiutano Cristo, coloro che non vogliono che quest'uomo regni su di loro, scelgono di mettersi sotto il dominio di Satana, di fare il suo lavoro come suoi schiavi. Eppure per loro Cristo ha sacrificato la sua vita sul Calvario. 61” FLB 50.4
Leggi il libro dell'Apocalisse 12:10-12 alla luce del Genesi 3:15. In che modo questo passo fa luce sul significato cosmico della vittoria di Cristo sulla croce?
Satana si vide smascherato. I suoi reali moventi erano svelati agli angeli fedeli e a tutto l'universo. Egli si era manifestato come un assassino. Versando il sangue del Figlio di Dio aveva definitivamente perduto la simpatia delle creature del cielo. Da quel momento il suo campo di azione sarebbe stato ridotto; davanti agli angeli non avreb be più potuto accusare i discepoli di Gesù di debolezza e di peccato. L'ultimo legame di simpatia tra Satana e gli altri mondi era stato infranto. Tuttavia Satana non fu distrutto in quel momento. Neppure allora gli angeli avevano ancora compreso completamente tutti i princìpi implicati in quel grande conflitto. Questi princìpi dovevano essere completamente manifestati. Per amore degli uomini l'esistenza di Satana doveva essere prolungata perché diventasse evidente la differenza radicale tra il Principe della luce e quello delle tenebre. In questo modo ognuno serve colui che si è scelto. GDN 584.5
All'inizio del gran conflitto, Satana aveva affermato che non era possibile osservare la legge di Dio, che la giustizia non era conciliabile con la misericordia e che, una volta trasgredita la legge, il peccatore non avrebbe più potuto essere perdonato. Satana insisteva nel dire che ogni peccato deve essere punito, e che se Dio non lo avesse fatto, non sarebbe stato un Dio di verità e giustizia. Satana esultò quando gli uomini infransero la legge di Dio, ribellandosi alla sua volontà. Affermava quindi che non era possibile osservare la legge e che non c'era perdono per l'umanità. Siccome dopo la sua ribellione era stato bandito dal cielo, pretendeva che la razza umana fosse per sempre esclusa dalla grazia divina. Sosteneva che Dio non poteva essere giusto e nello stesso tempo mostrare misericordia verso i peccatori. GDN 585.1
Leggi Isaia 5:1-4. Chi parla in questi versetti? Di chi sta parlando Isaia? Chi rappresentano la vigna e il vignaiolo? Qual è il significato delle azioni del vignaiolo a favore della vigna? Qual è il risultato?
Il Signore tramite Mosè aveva presentato i risultati dell’infedeltà. Rifiutando di osservare le clausole del suo patto gli israeliti si sarebbero allontanati dalla comunione con Dio e dalle benedizioni che ne sarebbero derivate. A volte ascoltavano i suoi avvertimenti e godevano di ricche benedizioni che trasmettevano anche alla nazioni vicine. Ma quasi sempre dimenticavano Dio e perdevano di vista il grande privilegio di rappresentarlo. Si rifiutavano di collaborare con lui e privavano gli uomini di un’autentica conoscenza religiosa e di un esempio positivo. Volevano appropriarsi dei frutti della vigna di cui erano dei semplici amministratori. La loro avidità provocò il disprezzo dei pagani. In questo modo i Gentili furono indotti a fraintendere il carattere di Dio e a disconoscere le leggi del suo regno. PR 21.3
Come un padre affettuoso Dio fu indulgente nei confronti del suo popolo. Dimostrò la sua misericordia. Pazientemente indicò loro i peccati commessi e nella sua bontà attese che li riconoscessero. Successivamente inviò loro i profeti e altri messaggeri per reclamare i frutti della sua vigna, ma invece di riceverli con gioia li trattarono come dei nemici. Li maltrattarono e li uccisero. Allora egli inviò ancora altri messaggeri, ma li accolsero come i primi e si mostrarono ancora più aggressivi nei loro confronti. PR 21.4
La mancanza delle benedizioni divine nel periodo dell’esilio condusse molti al pentimento, ma dopo il ritorno al paese della promessa il popolo ebraico ripeté gli stessi errori delle generazioni precedenti, mettendosi in conflitto con le nazioni che lo circondavano. I profeti inviati da Dio per correggere le deviazioni più evidenti furono ricevuti con lo stesso sospetto e lo stesso atteggiamento ironico di un tempo e così, con il passare del tempo, la colpevolezza dei vignaioli aumentò. PR 22.1
La magnifica vigna piantata da Dio sulle colline della Palestina fu disprezzata dagli uomini d’Israele e alla fine gettata oltre il muro di cinta, essi l’abbatterono e la calpestarono sperando di averla distrutta per sempre. Ma il Padrone della vigna la raccolse e la piantò nuovamente dall’altra parte del muro in modo tale che il tronco non fosse più visibile ai loro occhi. Soltanto i tralci pendevano oltre il muro in modo che si potessero fare degli innesti, ma il tronco rimase fuori dalla loro portata e nessuna potenza umana poté raggiungerlo. PR 22.2
I consigli e le esortazioni dati ai profeti per far comprendere loro il piano eterno di Dio in favore dell’umanità hanno un grande valore per la chiesa, guardiana della sua vigna. Negli insegnamenti dei profeti, l’amore di Dio in favore del peccatore e il suo piano per salvarlo sono chiaramente rivelati. PR 22.3
Il tema dei messaggi di Dio alla sua chiesa nel corso dei secoli si riferiva alla storia della vocazione d’Israele, ai suoi successi e ai suoi fallimenti, alla sua riconciliazione con Dio, al suo rigetto da parte del Padrone della vigna e all’adempimento del piano di Dio da parte di un rimanente fedele tramite il quale sarebbero state adempiute tutte le promesse del patto. Oggi il messaggio del Signore alla sua chiesa, cioè a coloro che si occupano della sua vigna, come fedeli vignaioli, non è diverso da quello affidato tanto tempo fa ai suoi profeti: “...Lodate la mia magnifica vigna. Io stesso, il Signore, sono il vignaiolo, la irrigo di continuo e la custodisco giorno e notte perché nessuno le arrechi danno”. Isaia 27:2, 3. PR 22.4
La speranza d’Israele è in Dio. Il padrone della vigna riunisce oggi uomini di tutte le nazioni e di tutti i popoli, che rappresentano i frutti preziosi su cui contava da tempo. Ben presto egli stesso verrà. In quel giorno si adempirà il suo piano eterno nei confronti della casa d’Israele. “In futuro il popolo d’Israele, discendente da Giacobbe, metterà radici, fiorirà e germoglierà come un albero. Con i suoi frutti riempirà tutta la terra”. Isaia 27:6. PR 22.5
Leggi Matteo 21:33-39, tenendo presente in particolare la domanda di Isaia 5:4. Cosa poteva fare di più di quanto ha fatto?
“V’era un padron di casa”, raccontò Cristo, “il quale piantò una vigna e le fece attorno una siepe, e vi scavò un luogo da spremer l’uva, e vi edificò una torre; poi l’allogò a de’ lavoratori, e se n’andò in viaggio”. Matteo 21:33. PV 194.2
Anche il profeta Isaia utilizza in questi termini l’immagine della vigna: “Io vo’ cantare per il mio benamato il cantico dell’amico mio circa la sua vigna. Il mio benamato aveva una vigna sopra una fertile collina. La dissodò, ne tolse via le pietre, vi piantò delle viti di scelta, vi fabbricò in mezzo una torre, e vi scavò uno strettoio. Ei s’aspettava ch’essa gli facesse dell’uva”. Isaia 5:1, 2. PV 194.3
Il vignaiuolo sceglie un appezzamento di terra in un zona deserta, lo recinta, lo ripulisce, lo ara e vi pianta delle viti selezionate. Dato che il terreno ora è molto migliore di quello incolto, si attende che le sue cure e fatiche siano ricompensate da un abbondante raccolto. Così anche Dio aveva scelto un popolo che Cristo doveva educare ed istruire. Il profeta dice: “Or la vigna dell’Eterno degli eserciti è la casa d’Israele, e gli uomini di Giuda son la piantagione ch’era la sua delizia”. Isaia 5:7. Dio aveva concesso grandi privilegi a questo popolo e l’aveva benedetto riccamente, perciò si aspettava dei frutti: esso doveva rivelare i princìpi del suo regno e rappresentare il carattere di Dio in mezzo ad un mondo decaduto e perverso. PV 194.4
Essendo la vigna del Signore, doveva portare frutti ben diversi dalle vigne dei pagani. Questi idolatri si erano votati anima e corpo al peccato: violenza e criminalità, avidità, oppressione e vizi erano all’ordine del giorno, e il frutto di tanta corruzione non poteva che essere ingiustizia, degradazione e miseria. I frutti della vigna del Signore dovevano essere esattamente il contrario di tutto questo. PV 195.1
Israele aveva il privilegio di rappresentare il carattere divino come era stato rivelato a Mosè. Quando questi aveva implorato: “Fammi vedere la tua gloria!”, l’Eterno gli aveva risposto: “Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà”. Esodo 33:18, 19. “E l’Eterno passò davanti a lui, e gridò: ‘L’Eterno! L’Eterno! L’Iddio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà, che conserva la sua benignità fino alla millesima generazione, che perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato”. Esodo 34:6, 7. Ecco i frutti che Dio desiderava dal suo popolo! Con la purezza del carattere, la santità di vita, la misericordia, la carità e la simpatia per gli altri dovevano dimostrare che “la legge dell’Eterno è perfetta, ella ristora l’anima”. Salmi 19:7. PV 195.2
Tramite gli Ebrei Dio voleva benedire riccamente tutto il popolo e far giungere la sua luce in tutta la terra. Immersi nella corruzione, i pagani avevano perduto la conoscenza di Dio, tuttavia nella sua misericordia Egli non li aveva annientati, anzi voleva dar loro l’occasione di conoscerlo tramite la sua chiesa. Grazie all’esempio del suo popolo Egli contava di restaurare la propria immagine morale nell’uomo. PV 195.3
Fu per realizzare questo piano che Dio invitò Abramo ad abbandonare i parenti idolatrici e a stabilirsi nel paese di Canaan. “Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione”. Genesi 12:2. PV 195.4
Dio condusse in Egitto i discendenti di Abramo — Giacobbe e i suoi figli — affinché manifestassero di fronte a quel popolo grande ma corrotto i principi del regno di Dio. Con la sua integrità ed il suo meraviglioso contributo alla salvezza di tutti gli Egiziani, Giuseppe ci ha lasciato un’immagine della vita di Cristo. Similmente anche Mosè e tanti altri furono fedeli testimoni di Dio. PV 195.5
Leggi Romani 3:1-4 alla luce di Isaia 5:3-4. Cosa insegna questo riguardo a Dio stesso che viene vendicato nel conflitto cosmico? Cosa poteva fare di più di quello che ha fatto?
“Dio chiede: 'Che altro si poteva fare alla mia vigna che io non abbia fatto? Perciò, quando ho aspettato che producesse uva, ha prodotto uva selvatica?” Quando Dio chiese frutti a suo tempo, il popolo ebraico rimase sorpreso che si aspettasse qualcosa del genere. Si professavano il popolo più pio della terra. Erano stati impiegati come guardiani e amministratori della verità, e avrebbero dovuto usare i beni del Signore per benedire e beneficiare il mondo. Ma abusarono dei messaggeri inviati loro; e quando Dio mandò suo Figlio, l'erede dell'eredità, lo innalzarono sulla croce del Calvario. Un giorno vedranno il risultato della loro impenitenza. Non si sentiranno più le suppliche dell'amore infinito; ma l'ira dell'Agnello, il potere che hanno sfidato, cadrà su di loro come una roccia, riducendoli in polvere. RH 17 luglio 1900, par. 16
“Qual è dunque il vantaggio del Giudeo? O qual è l'utilità della circoncisione? Molto in ogni senso: principalmente perché a loro sono stati affidati gli oracoli di Dio“. Ma ciò che sarebbe stata la loro più grande benedizione divenne la loro condanna, perché furono disobbedienti, ingrati, empi”. RH 17 luglio 1900, par. 17
Leggi Apocalisse 15:3 e Apocalisse 19:1-6. Cosa insegnano questi passaggi sulla rivendicazione del nome di Dio alla fine? Cosa potrebbe fare di più di quello che ha già fatto?
“Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo; e tutte le nazioni verranno e adoreranno nel tuo cospetto, poiché i tuoi giudici sono stati manifestati”. Apocalisse 15:4. Tutti i problemi sulla verità e sull’errore sollevati nel corso di questo lungo conflitto, ora sono risolti. I risultati della ribellione contro i comandamenti di Dio sono evidenti per tutti gli esseri. Le conseguenze del dominio di Satana, in contrasto con il governo di Dio, sono chiari all’intero universo: Satana è condannato dalle sue stesse opere. La saggezza, la giustizia e la bontà di Dio sono state rivendicate. È chiaro che in questa grande lotta Dio ha sempre agito in vista del bene eterno del suo popolo e di tutti i mondi da lui creati. “Tutte le tue opere ti celebreranno, o Eterno, e i tuoi fedeli ti benediranno”. Salmi 145:10. La storia del peccato testimonierà per tutta l’eternità che la felicità dei figli di Dio dipende dall’ubbidienza alla sua legge. Di fronte ai fatti di questo grande conflitto, fedeli e ribelli dichiarano insieme: “...giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni!” Apocalisse 15:3. GC 524.3
Il grande sacrificio fatto dal Padre e dal Figlio in favore dell’uomo è stato chiaramente riconosciuto da tutti. È giunta l’ora che Gesù occupi la sua giusta posizione e sia glorificato al di sopra di ogni nome, principato e potenza. Fu per “...la gioia che gli era posta dinanzi” cioè condurre molti suoi figli alla gloria, che egli “sopportò la croce, sprezzando il vituperio”. Ebrei 12:2. Se il dolore e l’infamia sono stati incommensurabili, ancora più grandi saranno la gioia e la gloria. Egli osserva i redenti, rinnovati alla sua immagine: ogni essere porta l’impronta perfetta del divino, ogni volto riflette la somiglianza con il proprio Re. Egli vedrà in essi “...il frutto del tormento dell’anima sua, e ne sarà saziato”. Isaia 53:11. Con una voce sonora che raggiunge le folle degli eletti e degli empi, egli dichiara: “Ecco i riscattati dal mio sangue! Per essi ho sofferto, per essi ho dato la mia vita. Io voglio che vivano in mia presenza per l’eternità”. Un canto di lode si leva dalle labbra di coloro che, in vesti bianche, sono intorno al suo trono: “...Degno è l’Agnello che è stato immolato di ricever la potenza e le ricchezze e la sapienza e la forza e l’onore e la gloria e la benedizione”. Apocalisse 5:12. GC 525.1
Dio disse al suo popolo: “Avevo piantato viti di prima qualità per fare di te una vigna privilegiata. Come mai ti sei mutata in tralci bastardi di uva selvatica?” Geremia 2:21. “Il popolo d’Israele era come una vigna rigogliosa, piena di grappoli”. Osea 10:1. “Abitanti di Gerusalemme e di Giuda, fate da arbitri tra me e la mia vigna: potevo fare di più per la mia vigna? Perché essa mi ha dato solo uva selvatica e non l’uva buona che io mi aspettavo?” UVI 10.3
“Ecco quel che farò alla mia vigna: le toglierò la siepe d’intorno, abbatterò il muro di cinta, la farò diventare un pascolo, un ritrovo per animali selvatici. La ridurrò terreno incolto: nessuno verrà più né a zappare né a potare, vi cresceranno soltanto rovi e spine. Dirò alle nuvole di non darle la pioggia. Anche il Signore dell’universo ha una vigna: Israele. Questa piantagione da lui preferita è il popolo di Giuda. Dio si aspettava giustizia, vi trovò invece assassinii e violenze, chiedeva fedeltà, udì solamente le grida degli sfruttati”. Isaia 5:3-7. “Non avete reso forti le pecore deboli, curato quelle malate, fasciato quelle ferite, ricondotte al gregge quelle andate lontano, cercato quelle perdute. Invece le avete governate con violenza e crudeltà”. Ezechiele 34:4. UVI 10.4
Le guide d’Israele si ritenevano troppo sagge per essere istruite, troppo giuste per aver bisogno della salvezza, troppo onorate per aver bisogno dell’onore che proviene da Cristo. Il Salvatore tolse loro i privilegi e la missione che avevano disprezzato per darli ad altri. Occorreva rivelare la gloria di Dio e affermare il primato del suo insegnamento. Il regno di Cristo doveva essere ristabilito nel mondo, e per far conoscere la salvezza di Dio sarebbe stato necessario chiamare dei discepoli che avrebbero compiuto l’opera che i capi giudei non erano riusciti a compiere. UVI 10.5