La Via, la Verità e la Vita

Lezione 10,4° trimestre 30 novembre-6 dicembre 2024.

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Sabato pomeriggio 30novembre

Testo della memoria:

“Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Giovanni 1:18


Gesù venne in uno stato di povertà e di umiliazione, per essere il nostro esempio e il nostro Redentore. Se fosse apparso con pompa regale, come avrebbe potuto insegnare l’umiltà? Come avrebbe potuto presentare verità incisive come quelle contenute nel Sermone sul Monte? Quale sarebbe stata la speranza per gli umili se Gesù fosse venuto tra gli uomini come un re? SU 92.4

Al popolo, però, sembrava impossibile che la persona indicata da Giovanni rispondesse alle loro grandi attese. Così molti furono delusi e perplessi. SU 92.5

Le parole che i sacerdoti e i rabbini desideravano tanto ascoltare da Gesù, la certezza che avrebbe ristabilito il regno d’Israele, non erano state pronunciate. Essi attendevano un re: le loro speranze erano tutte riposte in lui ed erano pronti ad accoglierlo. Ma non avrebbero accettato chi voleva stabilire nel loro cuore un regno di giustizia e di pace. SU 92.6

Egli aggiunse, pensando alle preziose benedizioni che era venuto a portare agli uomini: “In verità, in verità vi dico che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figliuol dell’uomo”. Giovanni 1:51. SU 96.4

Il Cristo voleva dire: sulle rive del Giordano i cieli si sono aperti, e lo Spirito è disceso su di me in forma di colomba, per attestare che sono il Figlio di Dio. Se lo credete, la vostra fede si ravviverà. Vedrete i cieli aperti; e non saranno mai chiusi. Io li ho aperti per voi. Gli angeli di Dio salgono e innalzano verso il Padre le preghiere dei miseri e degli afflitti, e scendono per portare agli uomini benedizioni, speranza, coraggio, soccorso e vita. SU 96.5

Domenica 1dicembre

Vi ho lasciato un esempio


Leggi Giovanni 13, 1-20. Che cosa è successo qui e perché questa storia è così importante? Quali lezioni ha cercato di insegnare Gesù?

I discepoli non manifestavano nessun desiderio di rendere un servizio reciproco. Gesù attese un po’ per vedere che cosa avrebbero fatto, ma nessuno si mosse. Allora il Maestro si alzò da tavola, si tolse la tunica che avrebbe impedito i suoi movimenti, prese un asciugamano e se lo mise intorno ai fianchi. I discepoli lo guardavano sorpresi, e in silenzio aspettavano di vedere cosa avrebbe fatto. “Poi mise dell’acqua nel bacino, e cominciò a lavare i piedi a’ suoi discepoli, e ad asciugarli con l’asciugatoio del quale era cinto”. Giovanni 13:5. Quell’atto aprì gli occhi ai discepoli che si sentirono pieni di vergogna e di profonda umiliazione. Compresero quel tacito rimprovero, e considerarono se stessi sotto una nuova luce. SU 495.2

Gesù, in quel modo, aveva espresso il suo amore per loro. Il loro egoismo lo addolorava, ma invece di rimproverarli offrì un esempio che non avrebbero mai dimenticato. Il suo amore non si turbava e non si esauriva facilmente. Sapeva che il Padre gli aveva affidato tutto, che veniva da Dio e che a lui ritornava. Era pienamente consapevole della propria divinità; aveva deposto la corona e gli abiti regali per prendere la forma di un servo. Uno degli ultimi atti nella sua vita terrena fu quello di vestirsi come un servo e assolverne il compito. SU 495.3

Prima della Pasqua Giuda aveva incontrato una seconda volta i sacerdoti e gli scribi, e aveva concordato di consegnare loro Gesù. Tuttavia, come se nulla fosse, continuò a unirsi ai discepoli e a interessarsi della preparazione della festa. I discepoli ignoravano completamente il piano di Giuda. Solo Gesù lo conosceva, ma non lo smascherò perché desiderava intensamente salvarlo. Provava per lui gli stessi sentimenti che aveva sentito quando pianse su Gerusalemme. Il suo cuore gridava: “Come posso abbandonarti alla tua sorte?” Giuda avvertì la forza di quell’amore. Mentre le mani del Salvatore lavavano quei piedi sporchi e li asciugavano, Giuda ebbe un fremito interiore e sentì l’impulso di confessare il suo peccato. Ma non volle umiliarsi; indurì il suo cuore, e allora le vecchie inclinazioni, per un momento soggiogate, prevalsero nuovamente in lui. Giuda si scandalizzò perché Gesù lavava i piedi ai discepoli. Pensava che umiliandosi in quel modo dimostrava di non essere il re d’Israele. Tutte le sue speranze di onori terreni svanirono e si convinse che non c’era nulla da guadagnare a seguire Gesù. Vedendolo in quell’atteggiamento, che lui considerava umiliante, rimase deluso e confermò il suo proposito di tradirlo. Preso improvvisamente da un impulso diabolico decise di completare contro il suo Signore l’opera che aveva iniziato. SU 495.4

Giuda aveva scelto il primo posto a tavola e Gesù cominciò da lui. Giovanni, nei confronti del quale Giuda era risentito, fu lasciato per ultimo, ma egli non si offese. Mentre Gesù lavava loro i piedi, i discepoli provarono una profonda commozione; quando venne il turno di Pietro, egli esclamò stupito: “Tu, Signore, lavare i piedi a me?” Giovanni 13:6. L’abnegazione di Gesù gli aveva toccato il cuore, e si vergognava perché nessuno di loro aveva voluto fare quel servizio. Gesù gli rispose: “Tu non sai ora quello che io fo, ma lo capirai dopo”. Giovanni 13:7. Pietro non poteva permettere che il suo Signore, in cui riconosceva il Figlio di Dio, svolgesse il compito di un servo e reagì contro quell’umiliazione. Non aveva capito che Gesù era venuto nel mondo proprio con questo compito e disse con forza: “Tu non mi laverai mai i piedi!” Gesù gli rispose solennemente: “Se non ti lavo, non hai meco parte alcuna”. Giovanni 13:8. Quel servizio che Pietro respingeva era il simbolo di una purificazione più profonda. Gesù era venuto per lavare le macchie del peccato e, se Pietro non avesse permesso a Gesù di lavargli i piedi, avrebbe respinto quella purificazione più profonda che quell’umiliazione simboleggiava. Avrebbe respinto il suo Signore stesso. Non si umilia il Maestro quando gli si permette di lavorare per la nostra salvezza. La vera umiltà consiste nel ricevere con gratitudine tutto ciò che viene fatto per noi e svolgere con prontezza un servizio per il Cristo. SU 496.1

Quando Pietro udì le parole di Gesù: “Se non ti lavo, non hai meco parte alcuna”, rinunciò al suo orgoglio e al suo egoismo. Non poteva sopportare il pensiero di una separazione dal Cristo, cosa terribile come la morte, perciò rispose: “Signore, non soltanto i piedi, ma anche le mani e il capo! Gesù gli disse: Chi è lavato tutto non ha bisogno che d’aver lavato i piedi: è netto tutto quanto”. Giovanni 13:9. SU 496.2

Lunedì, 2 dicembre

Lo verrò certamente di nuovo


Leggi Giovanni 14:1-3. In quale contesto Gesù disse queste parole?

Con tenerezza Gesù li chiamò “Figliuoletti”, e disse: “È per poco tempo che sono ancora con voi. Voi mi cercherete; e, come ho detto ai Giudei: Dove vo io, voi non potete venire, così lo dico ora a voi”. Giovanni 13:33. SU 509.2

I discepoli non si rallegrarono ascoltando queste parole, anzi furono presi da timore e si strinsero intorno al Salvatore. Il loro Maestro e Signore, guida e amico, era più caro per loro della stessa vita. A lui si erano rivolti per essere aiutati nelle difficoltà e confortati nei momenti di dolore e delusione. Di fronte alla prospettiva di rimanere soli nelle difficoltà, si sentirono oppressi da oscuri presentimenti. SU 509.3

Ma Gesù rivolse loro parole piene di speranza. Sapendo che sarebbero stati assaliti dal nemico, che ha più successo con quanti sono afflitti e turbati, fece volgere il loro sguardo “non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono”. 2 Corinzi 4:18. I discepoli distolsero così i loro pensieri dall’esilio terreno per pensare al regno dei cieli. SU 509.4

“Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me! Nella casa del Padre mio ci son molte dimore; se no, ve l’avrei detto; io vo a prepararvi un luogo; e quando sarò andato e v’avrò preparato un luogo, tornerò e v’accoglierò presso di me, affinché dove son io, siate anche voi; e del dove io vo sapete anche la via”. Giovanni 14:1-4. Per amor vostro sono venuto nel mondo e ho lavorato in vostro favore e quando sarò andato via, continuerò a lavorare per voi. Sono venuto per manifestarmi a voi, affinché crediate. Presso il Padre continuerò a cooperare con lui in vostro favore.SU 509.5

Martedì 3 dicembre

Io sono la Via, la Verità e la Vita


Leggi Giovanni 14:5, 6. Quale domanda fece Tommaso per sapere dove stava andando Gesù? Come rispose Gesù?

I discepoli erano ancora perplessi. Toma, sempre tormentato dal dubbio, chiese: “Signore, non sappiamo dove vai, come possiamo saper la via? Gesù gli disse: Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se m’aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete veduto”. Giovanni 14:5-7.SU 510.1

Non vi sono molte strade che conducono al cielo; nessuno può scegliersi la propria. Gesù dice: “Io sono la via... nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Fin dal primo annuncio del messaggio della salvezza, quando in Eden fu detto che la posterità della donna avrebbe schiacciato il capo del serpente, Gesù era stato indicato come la via, la verità e la vita. Era la via al tempo di Adamo, quando Abele offrì a Dio il sangue di un agnello, simbolo del Redentore; era la via della salvezza per i patriarchi e i profeti, è l’unica via per la quale possiamo accedere a Dio. SU 510.2

Gesù disse anche: “Se m’aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete veduto”. Ma i discepoli stentavano a capire, e Filippo gli chiese: “Signore, mostraci il Padre, e ci basta”. Giovanni 14:8.SU 510.3

Leggi Giovanni 14:7-11. In che modo Gesù chiarì il malinteso di Filippo?

“Signore, mostraci il Padre, e ci basta”. Giovanni 14:8. SU 510.3

Stupito per la lentezza della loro comprensione, Gesù chiese: “Da tanto tempo sono con voi e tu non m’hai conosciuto, Filippo?” È mai possibile che non siate riusciti a scorgere il Padre nelle opere che ho compiuto tramite lui? Non credete che io sia venuto per rendere testimonianza del Padre? “Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai dici tu: Mostraci il Padre?” Giovanni 14:9. Gesù non ha smesso di essere Dio quando si è fatto uomo. Sebbene si sia umiliato rivestendo l’umanità, ha mantenuto sempre la natura divina. Solo il Cristo poteva rappresentare adeguatamente il Padre presso gli uomini e i discepoli avevano avuto il privilegio di contemplare quella rivelazione per tre anni. SU 510.4

“Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me; se no, credete a cagion di quelle opere stesse”. Giovanni 14:11. La loro fede poteva fondarsi sulla testimonianza delle opere del Cristo, opere che nessun uomo da solo aveva fatto o avrebbe potuto fare. Le opere di Gesù testimoniavano la sua divinità e rivelavano il Padre. SU 510.5

Se i discepoli avessero creduto nell’unione tra il Padre e il Figlio, non avrebbero perso la fede nel momento della sofferenza e della morte del Cristo. Gesù voleva che passassero dalla loro debole fede a esperienze più profonde, possibili solo se lo avessero accettato per quello che era veramente: Dio diventato uomo. Voleva condurli fino al Padre, attraverso la fede, perché si affidassero a lui. Con quanta pazienza il nostro misericordioso Salvatore cercò di preparare i discepoli per le imminenti lotte della tentazione. Avrebbero trovato rifugio insieme a lui, in Dio. SU 510.6

Mercoledì 4 dicembre

Io sono la Verità


Leggere Giovanni 1:14, 17; Giovanni 8:32; Giovanni 14:6 e Giovanni 15:26. In che modo Giovanni lega il concetto di verità direttamente a Gesù?

Il simbolo della sua presenza fu sempre con i suoi, durante tutte le loro peregrinazioni nel deserto. Così il Cristo vive in mezzo agli uomini. Pianta la sua tenda accanto alle nostre, per stare con noi e farci conoscere il suo carattere e la sua vita. “E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiam contemplata la sua gloria, gloria come quella dell’Unigenito venuto da presso al Padre”. Giovanni 1:14. SU 11.4

Poiché Gesù è venuto a vivere con noi, noi sappiamo che Dio conosce le nostre lotte e simpatizza con i nostri dolori. Tutti, figli e figlie di Adamo, possono capire che il nostro Creatore è l’amico dei peccatori. In ogni insegnamento della grazia, in ogni promessa di felicità, in ogni atto di amore, in ogni aspetto della vita del Salvatore su questa terra possiamo infatti scorgere “Dio con noi”. SU 11.5

Con la sua umanità il Cristo si è unito agli uomini, mentre con la sua divinità siede sul trono di Dio. Come Figlio dell’uomo ci ha dato un esempio di ubbidienza; come Figlio di Dio ci rende capaci di ubbidire. Fu il Cristo a parlare a Mosè dal roveto del monte Horeb e a dire: “Io sono quegli che sono... Dirai così ai figliuoli d’Israele: L’Io sono m’ha mandato da voi”. Esodo 3:14. Questa era la garanzia della liberazione d’Israele. Così, quando Egli venne “simile agli uomini”, si presentò come l’Io sono. Il bambino di Betlemme, il mansueto e umile Salvatore è Dio “Manifestato in carne”. 1 Timoteo 3:16. A noi dice: “Io sono il buon pastore”. “Io sono il pane vivente”. “Io son la via, la verità e la vita”. “Ogni potestà m’è stata data in cielo e sulla terra”. Giovanni 10:11; 6:51; 14:6; Matteo 28:18. Io sono la certezza di ogni promessa. Non abbiate paura. Io sono. “Dio con noi” è la garanzia della nostra liberazione dal peccato, la certezza che possiamo ubbidire alla legge del cielo. SU 12.2

Ma alla loro domanda: “Chi sei tu?”, Gesù rispose: “Sono per l’appunto quel che vo dicendovi”. Giovanni 8:25. Ciò che era stato rivelato dalle sue parole era stato rivelato anche dal suo carattere. Egli era l’incarnazione delle verità che insegnava. SU 352.2

Fra i suoi uditori, molti ebbero fede in lui, ed Egli, rivolgendosi a loro, disse: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi”. Giovanni 8:31, 32. SU 352.3

Queste parole offesero i farisei che si erano dimenticati del lungo periodo di schiavitù della loro nazione a un governo straniero ed esclamarono indignati: “Noi siamo progenie d’Abramo, e non siamo mai stati schiavi di alcuno; come puoi tu dire: Voi diverrete liberi?” Giovanni 8:33. Gesù guardò quegli uomini vittime della malizia, i cui pensieri erano rivolti alla vendetta, e rispose con tristezza: “In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato”. Giovanni 8:34. Essi erano soggetti alla peggiore schiavitù: erano dominati dal male. SU 352.4

“Ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità”. Il Consolatore è chiamato “lo Spirito della verità”. La sua opera consiste nel precisare e preservare la verità. Comincia a vivere nel cuore come Spirito della verità, e così diventa un consolatore. Nella verità si trovano conforto e pace, ma la menzogna non offre niente di tutto questo. Satana conquista le menti con false teorie e tradizioni; orientando gli uomini verso falsi ideali, ne deforma il carattere. Attraverso le Scritture, lo Spirito parla alla mente, imprime la verità nel cuore e, rendendo palesi gli errori, a poco a poco li elimina. Mediante lo Spirito della verità, che opera servendosi della Parola di Dio, il Cristo lega a sé il suo popolo. SU 515.1

Giovedì 5 dicembre

Le Scritture e la verità


Leggi Giovanni 5:38-40. Che cosa dice Gesù a proposito delle Scritture?

In ogni pagina dell’Antico Testamento, di storia, morale o profezia, risplende la gloria del Figlio di Dio. Tutto il sistema ebraico, essendo un sistema divino, era una profezia del Vangelo. “Di lui attestano tutti i profeti”. Atti 10:43. Dalla promessa fatta ad Adamo, dai patriarchi, dal sistema della legge, scaturisce la luce gloriosa del cielo che illumina la vita del Redentore. I magi contemplarono la stella di Betlemme, e tutti gli eventi futuri passarono davanti ai loro occhi. Ogni sacrificio rappresentava la morte del Cristo. La sua giustizia saliva in ogni nuvola di incenso. Ogni tromba del giubileo proclamava il suo nome. La sua gloria risiedeva nel terribile mistero del luogo santissimo. SU 150.6

Gli ebrei, possedendo le Scritture, pensavano di poter avere la vita eterna con una semplice conoscenza esteriore. Ma Gesù disse: “La sua parola non l’avete dimorante in voi”. Giovanni 5:38. Avendo rifiutato le parole del Cristo, ne avevano rifiutato la persona. “Eppure non volete venire a me per aver la vita!” Giovanni 5:40. SU 151.1

Leggi Luca 24:27. Perché è importante che Gesù abbia prima indicato le Scritture per rivelare il significato del suo ministero?

Cominciando da Mosè, proprio dagli inizi della storia biblica, Gesù espose tutto ciò che, nelle Scritture, lo riguardava. Se si fosse fatto riconoscere subito, i discepoli avrebbero provato una gioia così grande che non sarebbero più stati in grado di ascoltarlo. Era necessario, per rafforzare la loro fede, che prima comprendessero i simboli e le profezie messianiche dell’Antico Testamento. Il Cristo non fece nessun miracolo per convincerli, ma spiegò loro le Scritture. Avevano considerato la sua morte come la fine di tutte le loro speranze. Ora Egli dimostrava, mediante i profeti, che questa morte doveva costituire la base della loro fede. SU 611.3

Istruendo i discepoli, Gesù sottolineò l’importanza della testimonianza che l’Antico Testamento ha reso alla sua missione. Oggi molti cristiani lo trascurano perché sostengono che non ha più valore. Ma questo non è l’insegnamento di Gesù. Egli aveva una stima così alta di quegli antichi scritti che una volta disse: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse”. Luca 16:31. SU 611.4

Venerdì 6 novembre

Approfondimento

Stupito per la lentezza della loro comprensione, Gesù chiese: “Da tanto tempo sono con voi e tu non m’hai conosciuto, Filippo?” È mai possibile che non siate riusciti a scorgere il Padre nelle opere che ho compiuto tramite lui? Non credete che io sia venuto per rendere testimonianza del Padre? “Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai dici tu: Mostraci il Padre?” Giovanni 14:9. Gesù non ha smesso di essere Dio quando si è fatto uomo. Sebbene si sia umiliato rivestendo l’umanità, ha mantenuto sempre la natura divina. Solo il Cristo poteva rappresentare adeguatamente il Padre presso gli uomini e i discepoli avevano avuto il privilegio di contemplare quella rivelazione per tre anni. SU 510.4

“Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me; se no, credete a cagion di quelle opere stesse”. Giovanni 14:11. La loro fede poteva fondarsi sulla testimonianza delle opere del Cristo, opere che nessun uomo da solo aveva fatto o avrebbe potuto fare. Le opere di Gesù testimoniavano la sua divinità e rivelavano il Padre. SU 510.5

Se i discepoli avessero creduto nell’unione tra il Padre e il Figlio, non avrebbero perso la fede nel momento della sofferenza e della morte del Cristo. Gesù voleva che passassero dalla loro debole fede a esperienze più profonde, possibili solo se lo avessero accettato per quello che era veramente: Dio diventato uomo. Voleva condurli fino al Padre, attraverso la fede, perché si affidassero a lui. Con quanta pazienza il nostro misericordioso Salvatore cercò di preparare i discepoli per le imminenti lotte della tentazione. Avrebbero trovato rifugio insieme a lui, in Dio. SU 510.6Stupito per la lentezza della loro comprensione, Gesù chiese: “Da tanto tempo sono con voi e tu non m’hai conosciuto, Filippo?” È mai possibile che non siate riusciti a scorgere il Padre nelle opere che ho compiuto tramite lui? Non credete che io sia venuto per rendere testimonianza del Padre? “Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai dici tu: Mostraci il Padre?” Giovanni 14:9. Gesù non ha smesso di essere Dio quando si è fatto uomo. Sebbene si sia umiliato rivestendo l’umanità, ha mantenuto sempre la natura divina. Solo il Cristo poteva rappresentare adeguatamente il Padre presso gli uomini e i discepoli avevano avuto il privilegio di contemplare quella rivelazione per tre anni. SU 510.4



“Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me; se no, credete a cagion di quelle opere stesse”. Giovanni 14:11. La loro fede poteva fondarsi sulla testimonianza delle opere del Cristo, opere che nessun uomo da solo aveva fatto o avrebbe potuto fare. Le opere di Gesù testimoniavano la sua divinità e rivelavano il Padre. SU 510.5



Se i discepoli avessero creduto nell’unione tra il Padre e il Figlio, non avrebbero perso la fede nel momento della sofferenza e della morte del Cristo. Gesù voleva che passassero dalla loro debole fede a esperienze più profonde, possibili solo se lo avessero accettato per quello che era veramente: Dio diventato uomo. Voleva condurli fino al Padre, attraverso la fede, perché si affidassero a lui. Con quanta pazienza il nostro misericordioso Salvatore cercò di preparare i discepoli per le imminenti lotte della tentazione. Avrebbero trovato rifugio insieme a lui, in Dio. SU 510.6