“Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” Giovanni 14:6
Gesù gli disse: Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se m’aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete veduto”. Giovanni 14:5-7.SU 510.1
Non vi sono molte strade che conducono al cielo; nessuno può scegliersi la propria. Gesù dice: “Io sono la via... nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Fin dal primo annuncio del messaggio della salvezza, quando in Eden fu detto che la posterità della donna avrebbe schiacciato il capo del serpente, Gesù era stato indicato come la via, la verità e la vita. Era la via al tempo di Adamo, quando Abele offrì a Dio il sangue di un agnello, simbolo del Redentore; era la via della salvezza per i patriarchi e i profeti, è l’unica via per la quale possiamo accedere a Dio. SU 510.2
Gesù disse anche: “Se m’aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete veduto”. Ma i discepoli stentavano a capire, e Filippo gli chiese: “Signore, mostraci il Padre, e ci basta”. Giovanni 14:8.SU 510.3
Stupito per la lentezza della loro comprensione, Gesù chiese: “Da tanto tempo sono con voi e tu non m’hai conosciuto, Filippo?” È mai possibile che non siate riusciti a scorgere il Padre nelle opere che ho compiuto tramite lui? Non credete che io sia venuto per rendere testimonianza del Padre? “Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai dici tu: Mostraci il Padre?” Giovanni 14:9. Gesù non ha smesso di essere Dio quando si è fatto uomo. Sebbene si sia umiliato rivestendo l’umanità, ha mantenuto sempre la natura divina. Solo il Cristo poteva rappresentare adeguatamente il Padre presso gli uomini e i discepoli avevano avuto il privilegio di contemplare quella rivelazione per tre anni. SU 510.4
Perché Gesù è venuto su questa terra? Giovanni 1:29, Giovanni 3:16, Giovanni 6:40, Giovanni 10:10, Giovanni 12:27.
“Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!” Giovanni 1:29. GDN 72.6
Nessuno degli uditori, e neppure colui che aveva parlato, affer rarono interamente l'importanza di queste parole: “l'Agnello di Dio”. Sul monte Moria Abramo aveva udito la domanda del figlio: “Padre mio... dov'è l'agnello per l'olocausto?” e aveva risposto: “Figlio mio, Dio stesso si provvederà l'agnello per l'olocausto”. Genesi 22:7, 8. E nel montone, procurato da Dio al posto di Isacco, Abramo aveva visto un simbolo di colui che sarebbe morto per i peccati degli uomini. Per mezzo di Isaia lo Spirito Santo, riprendendo questa immagine, aveva profetizzato del Salvatore: “Come l'agnello condotto al mattatoio... ma il Signore ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti”. Isaia 53:7, 6. Ma gli israeliti non avevano compreso. Molti di loro consideravano i sacrifici offerti nello stesso modo in cui i pagani consideravano i loro, cioè come un dono con cui propiziarsi la divinità. Dio voleva insegnare loro che dal suo amore scaturisce il dono che li può riconciliare con lui. GDN 72.7
“Questo mondo è stato visitato dalla Maestà del cielo, il Figlio di Dio. “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito Figlio, affinché chiunque creda in Lui non perisca, ma abbia vita eterna”. Cristo è venuto in questo mondo come espressione del cuore, della mente, della natura e del carattere di Dio. Era lo splendore della gloria del Padre, l'immagine espressa della Sua persona. Ma mise da parte la Sua veste regale e la Sua corona regale e scese dal Suo alto comando per prendere il posto di un servo. Era ricco, ma per amore nostro, affinché potessimo avere ricchezze eterne, si è fatto povero. Ha creato il mondo, ma si è svuotato così completamente che durante il Suo ministero ha dichiarato: “Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi; ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”. MM 19.1
“Venne in questo mondo e stette in mezzo agli esseri che aveva creato come Uomo dei dolori e conoscitore del dolore. “Egli è stato ferito per le nostre trasgressioni, è stato contuso per le nostre iniquità; il castigo della nostra pace si è abbattuto su di Lui; e con le Sue ferite siamo stati guariti”. Egli fu tentato in tutti i punti come noi, ma senza peccato”. MM 19.2
Ma subito riaffermò la sottomissione alla volontà del Padre. Gesù disse: “Ma è per questo che son venuto incontro a quest’ora. Padre, glorifica il tuo nome!” Giovanni 12:27, 28. Il regno di Satana avrebbe potuto essere sconfitto solo attraverso la morte del Cristo. Solo così sarebbe stata possibile la redenzione dell’uomo e la glorificazione di Dio. Gesù accondiscese a quell’agonia e accettò quel sacrificio. Il Re del cielo accettò di soffrire e diventare il sacrificio espiatorio dei peccati. Appena Gesù ebbe detto: “Padre, glorifica il tuo nome!”, giunse questa risposta dalla nuvola che si vedeva sopra di lui. “E l’ho glorificato, e lo glorificherò di nuovo!” Giovanni 12:28. Tutta la vita di Gesù, sin dalla mangiatoia, era stata vissuta alla gloria di Dio, e nella prova incombente le sofferenze di quell’essere umano e divino avrebbero certamente contribuito a glorificare il nome del Padre. SU 476.2
Leggi Giovanni 6:61-68. Quando Gesù chiese ai discepoli se Lo avrebbero lasciato, qual era il significato della risposta di Pietro?
“Per coloro che obbediscono, la Parola di Dio è l'albero della vita. È la parola di salvezza, ricevuta per la vita eterna. Coloro che seguono i suoi insegnamenti mangiano la carne e bevono il sangue del Figlio di Dio. Dall'effetto che questa parola produce su di noi, dipende il nostro destino per l'eternità. Possiede gli elementi necessari per la formazione di un carattere perfetto. Il cristiano è designato a collegarsi con Dio in un rapporto così stretto che la sua vita è legata alla vita di Cristo nella vita eterna di Dio”. TDG 120.2
“La parola di vita è quella con cui il cristiano deve vivere. Da questa parola dobbiamo ricevere una conoscenza sempre crescente della verità. Da essa dobbiamo ottenere luce, purezza, bontà e una fede che opera attraverso l'amore e purifica l'anima. Ci viene data affinché possiamo essere redenti e presentati impeccabili davanti al trono della gloria divina. Meravigliosa vittoria, ottenuta da Cristo in favore dell'uomo! - Lettera60, 21 aprile 1900, a un giovane che cercava il consiglio di Ellen White”. TDG 120.5
Come riceviamo la vita eterna? Giovanni 3:15, 16; Giovanni 5:24; Giovanni 6:40, 47; Giovanni 8:31; Giovanni 12:46; Giovanni 20:31.
“In verità, in verità io vi dico: Chi crede ha vita eterna”. Giovanni 6:47. Tramite Giovanni che ascoltò queste parole lo Spirito Santo ha detto alle chiese: “E la testimonianza è questa: Iddio ci ha data la vita eterna, e questa vita è nel suo Figliuolo. Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuolo di Dio, non ha la vita”. 1 Giovanni 5:11, 12. Gesù aggiunse: “E io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Giovanni 6:54. Il Cristo è diventato una stessa carne con noi, affinché noi potessimo diventare uno stesso spirito con lui. In virtù di questa unione possiamo risuscitare. Tutto questo non solo come manifestazione della potenza del Cristo, ma per il fatto che mediante la fede la sua vita è diventata la nostra. Coloro che vedono il Cristo nella sua vera dimensione e lo ricevono nel cuore hanno la vita eterna. Attraverso lo Spirito, il Cristo vive in noi. E lo Spirito di Dio, ricevuto nel cuore grazie alla fede, è il principio della vita eterna. SU 287.2
Leggi Giovanni 1:12, 13. Quali sono i passi descritti qui per diventare un cristiano?
Il regno del Cristo non sarà stabilito con le decisioni dei tribunali, dei concili o delle assemblee legislative, non con l’appoggio dei grandi di questa terra, ma con l’accettazione della natura del Salvatore da parte dell’uomo attraverso l’opera dello Spirito Santo. “Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto Egli ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non son nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma son nati da Dio”. Giovanni 1:12, 13. Questa è l’unica forza che può elevare l’umanità. All’uomo, per il compimento di quest’opera, spettano l’insegnamento e l’osservanza della Parola di Dio. SU 386.2
Oggi, come ai tempi del Cristo, l’opera del regno di Dio non spetta a coloro che reclamano di essere riconosciuti e sostenuti da governi e leggi umane, ma a coloro che annunciano al popolo, nel suo nome, quelle verità spirituali che producono in chi le accoglie la stessa esperienza di Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo, e non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. Galati 2:20. Allora essi si impegneranno, come fece Paolo, per il bene degli uomini. “Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: Siate riconciliati con Dio”. 2 Corinzi 5:20. SU 386.3
Leggi Romani 8:16. Quale principio sulla salvezza in Gesù si trova qui?
“Paolo dice inoltre: “Quanti sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio. Infatti, non avete ricevuto lo spirito di schiavitù che vi riporta alla paura; ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, per cui gridiamo: Abba, Padre”. Versetti 14, 15. Una delle lezioni che dobbiamo imparare alla scuola di Cristo è che l'amore del Signore per noi è molto più grande di quello dei nostri genitori terreni. Dobbiamo avere una fede indiscutibile e una fiducia perfetta in Lui. “Lo Spirito stesso testimonia con il nostro spirito che siamo figli di Dio; e se figli, eredi; eredi di Dio e coeredi con Cristo; se è vero che soffriamo con Lui, saremo anche glorificati insieme”. Versetti 16, 17”. 8T 126.1
Leggi Numeri 13:23-33. Qual è la differenza tra i due resoconti delle spie su Canaan?
La delusione e la disperazione ebbero il sopravvento. Un gemito di angoscia si unì alle confuse voci di protesta. Caleb — una delle due spie che non aveva ancora preso la parola — comprese la gravità della situazione. Con grande coraggio, difese l’operato di Dio e fece tutto ciò che era in suo potere per neutralizzare l’influsso negativo dei suoi compagni. Per un attimo, la folla tacque e ascoltò le sue parole. Caleb incoraggiò gli israeliti a non perdere le speranze: era ancora possibile conquistare Canaan. Nel suo discorso, egli non smentì il rapporto che già era stato fatto: certo, le mura delle città erano alte e i Cananei erano forti, ma Dio aveva promesso quella terra meravigliosa a Israele. “Saliamo pure e conquistiamo il paese” insistette Caleb, “poiché possiamo benissimo soggiogarlo”. Numeri 13:30. PP 325.3
Le dieci spie che avevano parlato per prime lo interruppero, e descrissero gli ostacoli dell’impresa usando toni ancora più cupi di prima. “...Noi non siamo capaci di salire contro questo popolo” dichiararono, “perché è più forte di noi... Tutta la gente che vi abbiamo veduta, è gente d’alta statura; e v’abbiamo visto i giganti, figliuoli di Anak, della razza de’ giganti, rispetto ai quali ci pareva d’esser locuste; e tali parevamo a loro”. Numeri 13:32, 33. PP 325.4
Una volta adottato un atteggiamento negativo, i dieci uomini continuarono a opporsi ostinatamente a Mosè, ad Aronne e, in ultima analisi, a Dio stesso. Ogni minimo accenno positivo li rendeva ancora più determinati. Ormai erano decisi a scoraggiare ogni tentativo di intraprendere la conquista di Canaan, e deformarono il resoconto della situazione perché avesse un peso decisivo nell’influenzare il popolo. “È un paese che divora i suoi abitanti” dissero. Con l’aggiunta di questa affermazione il loro rapporto, che fino a quel momento si era limitato a esprimere un parere negativo, diventava addirittura falso e contraddittorio. Le dieci spie infatti avevano dichiarato che il paese era ricco e prospero, popolato da uomini di statura gigantesca: ciò diventava impossibile da sostenere, se a causa del suo clima insalubre si poteva dire che esso “divorava i suoi abitanti”. PP 326.1
Perché le persone vengono giudicate? Giovanni 3:18, 36; Giovanni 5:24, 38; Giovanni 8:24; Giovanni 12:47.
Davanti al sinedrio, Gesù dichiarò: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”. Giovanni 5:24. GDN 150.1
Cristo invitò i suoi uditori a non stupirsi quando svelò loro un altro aspetto del mistero del futuro. “Non vi meravigliate di questo; perché l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio”. Versetti 28, 29.GDN 150.2
Gli israeliti aspettavano da tempo questa promessa di vita eterna e speravano di riceverla alla venuta del Messia. Su loro splendeva l'unica luce che può illuminare l'oscurità del sepolcro. Ma l'egoismo è cieco. Gesù aveva violato la tradizione dei rabbini, aveva disprezzato la loro autorità ed essi non volevano credere. GDN 150.3
Leggi Matteo 4:1-4. Quali principi utilizzò Cristo nel deserto delle tentazioni per combattere gli inganni di Satana?
“Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di Dio”. Spesso il discepolo del Cristo si trova nell’impossibilità di conciliare la prosperità dei propri affari con il servizio di Dio. A volte sembra che l’osservanza di un comandamento provochi la perdita di ogni mezzo di sussistenza. Satana vorrebbe fargli credere che è necessario sacrificare le proprie convinzioni. Ma l’unica cosa al mondo in cui possiamo confidare è la Parola di Dio. “Ma cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte”. Matteo 6:33. Anche nella gestione dei nostri affari non ci dobbiamo allontanare dal nostro Padre. Se conosciamo la potenza della sua Parola, non seguiremo i consigli di Satana per procurarci il cibo o per salvarci la vita. Dobbiamo porci un’unica domanda: “Che cosa ha ordinato Dio? Che cosa ha promesso?” Venuti a conoscenza di ciò, ubbidiremo all’ordine e confideremo nella promessa. SU 80.1
“Sebbene Cristo soffrisse i più forti morsi della fame, resistette alla tentazione. Respinse Satana con la stessa scrittura che aveva dato a Mosè di ripetere a Israele ribelle quando la loro dieta era ristretta e chiedevano a gran voce carne nel deserto: “L'uomo non vivrà di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. In questa dichiarazione, e anche con il Suo esempio, Cristo avrebbe mostrato all'uomo che la fame di cibo temporale non era la più grande calamità che potesse colpirlo. Satana lusingò i nostri primi genitori che mangiare il frutto che Dio aveva proibito loro avrebbe portato loro un grande bene e li avrebbe assicurati contro la morte, l'esatto contrario della verità che Dio aveva dichiarato loro. “Ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché nel giorno in cui ne mangerai morirai”. Se Adamo fosse stato obbediente, non avrebbe conosciuto né la mancanza, né il dolore, né la morte”. Con 43.1
La lezione più importante che possiamo trarre dalla prima grande tentazione di Gesù è quella che riguarda il controllo degli appetiti e delle passioni. In ogni tempo le tentazioni rivolte alla natura fisica hanno avuto l’effetto più degradante e deleterio. Mediante l’intemperanza Satana cerca di distruggere le nobili facoltà mentali e morali di cui Dio ha dotato l’uomo. SU 80.3