“Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.” Giovanni 20:30, 31
“Nel concludere il suo Vangelo, San Giovanni pronuncia parole di grande importanza: 'E molti segni fece Gesù in presenza di tutti loro, che non sono scritti in questo libro; ma questi sono scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio; e affinché credendo abbiate la vita per mezzo del suo nome'. [Giovanni 20:30, 31.] Questa dichiarazione mostra la grande importanza di comprendere la domanda: “Che cos'è la fede nel Figlio di Dio?”. 16LtMs, Lt 148, 1901, par. 6
“Qual è la natura della fede in Cristo di cui il Vangelo parla così tanto e che è dichiarata essenziale per la salvezza dell'anima? L'intera scienza della salvezza è contenuta nell'accettazione di Cristo come Salvatore personale che perdona il peccato. Egli è morto per gli esseri umani peccatori ed erranti... 16LtMs, Lt 148, 1901, par. 7
“'A quanti lo hanno ricevuto, ha dato il potere di diventare figli di Dio, a coloro che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma da Dio. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (e noi vedemmo la sua gloria, la gloria come dell'unigenito del Padre) piena di grazia e di verità”. [Questa è l'unica vera cura mentale, l'unica cosa che può salvare l'anima in via di estinzione. Gli esseri umani, con tutti i loro difetti, con tutta la loro ostinazione, possono venire a Cristo in umiltà, contrizione e pentimento sincero, e ricevere il perdono. Cristo toglierà i loro peccati e imputerà loro la Sua giustizia. Lo Spirito Santo prende le cose di Cristo e le presenta all'imploratore sincero, e la salvezza dell'anima è assicurata”.16LtMs, Lt 148, 1901, par. 8
Leggi Giovanni 2:1-11. Quale segno fece Gesù a Cana e come aiutò i Suoi discepoli a credere in Lui?
Gesù non iniziò la sua opera compiendo qualcosa di straordinario a Gerusalemme, magari davanti al sinedrio. Manifestò invece la sua potenza in un piccolo villaggio della Galilea, per accrescere la gioia di una festa di nozze. Dimostrò la sua simpatia verso gli uomini e il suo desiderio di renderli felici. Nel deserto della tentazione aveva sperimentato la sofferenza; ora voleva trasmettere agli uomini le benedizioni divine, santificando con la sua presenza le relazioni della vita umana. SU 98.1
All’epoca i festeggiamenti per le nozze duravano parecchi giorni. In quell’occasione, prima che la festa terminasse, venne a mancare il vino. Il fatto provocò perplessità e dispiacere: non era pensabile fare a meno del vino nei giorni di festa, e la sua mancanza sarebbe stata considerata come un segno di scarsa ospitalità. Maria, come parente degli sposi, aveva partecipato all’organizzazione della festa, perciò si rivolse a Gesù e gli manifestò la sua preoccupazione: “Non han più vino”. Giovanni 2:3. Queste parole contenevano implicitamente un invito a provvedere. Ma Gesù rispose: “Che v’è fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta”. Giovanni 2:4. SU 99.2
Vicino alla porta vi erano sei grandi vasi di pietra. Gesù ordinò ai servitori di riempirli d’acqua. Siccome c’era bisogno di vino, disse loro: “Ora attingete, e portatene al maestro di tavola”. Giovanni 2:8. Invece dell’acqua che vi avevano versata, spillarono del vino. Né il maestro di casa, né la maggior parte degli ospiti si erano accorti che il vino era finito. Dopo averlo assaggiato, il maestro di casa lo trovò migliore di ogni altro vino, e assai diverso da quello servito all’inizio della festa. Rivolgendosi allo sposo, disse: “Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto largamente, il men buono; tu, invece, hai serbato il vin buono fino ad ora”. Giovanni 2:10. SU 101.2
Mentre gli ospiti facevano notare la bontà di quel vino, vennero poste delle domande ai servitori e si seppe del miracolo. I convitati furono così stupiti da non pensare a colui che aveva compiuto quell’opera meravigliosa. Quando infine lo cercarono, si accorsero che si era allontanato senza farsi notare, neppure dai discepoli. SU 102.3
L’attenzione degli ospiti si volse allora verso di loro che per la prima volta ebbero l’occasione di testimoniare della loro fede in Gesù. Raccontarono ciò che avevano visto e udito al Giordano e così fecero nascere in molti cuori la speranza che Dio avesse fatto sorgere un liberatore per il suo popolo. La notizia del miracolo si diffuse in tutta la regione e giunse persino a Gerusalemme. Con rinnovato interesse i sacerdoti e gli anziani investigarono le profezie messianiche. Sorse un grande desiderio di conoscere meglio la missione di quel nuovo maestro che si mostrava al popolo in maniera così modesta. SU 102.4
Leggi Giovanni 4:46-54. Perché l'evangelista fa un collegamento con il miracolo al banchetto di nozze?
La notizia del ritorno di Gesù a Cana si diffuse rapidamente in tutta la Galilea, offrendo speranze ai miseri e agli afflitti. A Capernaum questa notizia giunse alle orecchie di un nobile giudeo, ufficiale del re, il cui figlio era affetto da una malattia apparentemente incurabile. I medici già disperavano; ma questo padre, avendo sentito parlare di Gesù, decise di chiedergli aiuto. Il bambino era così grave che si temeva non potesse vivere fino al ritorno del padre; tuttavia egli ritenne necessario presentare personalmente il caso, sperando che le preghiere di un padre avrebbero commosso il grande Medico. GDN 137.3
Arrivato a Cana, l'ufficiale trovò Gesù circondato da una gran folla. Con ansia si fece strada, ma la sua fede vacillò quando si trovò davanti a un uomo vestito con abiti comuni, impolverato e stanco per il viaggio. Dubitò che quell'uomo potesse concedergli ciò che era venuto a cercare; ma parlò con Gesù, gli espose il suo caso e lo supplicò di andare a casa sua. Il Salvatore conosceva la causa di quel dolore in quanto aveva già visto l'afflizione dell'ufficiale prima ancora che questi lasciasse la sua casa. GDN 137.4
Sapeva che questo padre lo avrebbe riconosciuto come Messia solo se la sua richiesta fosse stata esaudita. Mentre l’ufficiale aspettava ansioso, Gesù disse: “Se non vedete segni e miracoli, voi non crederete”. Giovanni 4:48. SU 137.5
Le parole del Salvatore illuminarono il cuore dell’ufficiale. Egli comprese che cercava Gesù per un motivo egoistico e, sentendo la fede vacillare, temette che il suo dubbio potesse costargli la vita del figlio. Si rese conto di trovarsi alla presenza di chi poteva leggere i suoi pensieri e al quale tutto era possibile. Con il cuore stretto dall’angoscia gridò: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia”. Giovanni 4:49. Si attaccò con forza a Gesù per fede, come Giacobbe che nella lotta con l’angelo aveva esclamato: “Non ti lascerò andare prima che tu m’abbia benedetto!” Genesi 32:26. SU 138.3
E come Giacobbe, vinse. Il Salvatore non si allontana da un’anima che gli grida il suo grande bisogno. E Gesù disse all’ufficiale: “Va’, il tuo figliuolo vive”. Giovanni 4:50. Questo padre se ne andò con una pace e una gioia mai conosciute prima. Era convinto che suo figlio sarebbe guarito e riponeva tutta la sua fiducia in Gesù come Redentore. SU 138.4
Leggi Giovanni 5:1-9. Poiché chiunque si trovasse vicino alla piscina voleva ovviamente guarire, perché Gesù chiese al paralitico se voleva essere guarito (Giovanni 5:6)?
Gesù era nuovamente a Gerusalemme. Passeggiando da solo, immerso nella meditazione e nella preghiera, giunse fino alla vasca. Vide quei sofferenti infelici che aspettavano ansiosamente quella che consideravano la loro unica speranza di guarigione. Desiderava esercitare la sua potenza per lenire quelle sofferenze, ma era giorno di sabato. La folla andava al tempio per adorare, e Gesù sapeva che un atto di guarigione avrebbe provocato i pregiudizi dei giudei con il risultato di ostacolare la sua opera. SU 141.3
Ma agli occhi del Salvatore si presentò una scena particolarmente triste. Si trattava di un uomo infermo da trentotto anni. La sua malattia era in gran parte causata da colpe di cui si era macchiato e veniva considerata come un giudizio di Dio. Solo, senza amici, sentendosi lontano dalla misericordia di Dio, quel sofferente aveva passato lunghi e terribili anni di miseria. Quando si prevedeva che le acque sarebbero state agitate, alcuni lo portavano vicino ai portici. Però, al momento opportuno, nessuno lo aiutava. Aveva visto il movimento dell’acqua, ma era riuscito solo ad avvicinarsi al bordo della vasca. Altri, più forti, si immergevano prima di lui. Era impossibile lottare con successo contro la folla egoista e tumultuosa. I suoi costanti tentativi, l’ansia e le continue delusioni gli avevano esaurito le forze. SU 141.4
Il malato era sdraiato su una stuoia e ogni tanto sollevava il capo per guardare la vasca. All’improvviso, un volto dall’espressione dolce e misericordiosa si chinò su di lui, e la frase: “Vuoi esser risanato?” (Giovanni 5:6) attirò la sua attenzione. Nel suo cuore si risvegliò la speranza. Sentiva che in qualche maniera sarebbe stato aiutato. Ma la sua fiducia scomparve presto: si ricordò degli inutili tentativi di tuffarsi nella vasca; ormai gli rimanevano poche possibilità di continuare a vivere. Si volse stanco e disse: “Signore, io non ho alcuno che, quando l’acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me”. Giovanni 5:7. SU 142.1
Gesù non chiede a quest’uomo sofferente di credere in lui. Gli dice semplicemente: “Levati, prendi il tuo lettuccio, e cammina”. Giovanni 5:8. Per fede, l’infermo accetta quelle parole. Ogni nervo e ogni muscolo acquistano una nuova vita e la forza della guarigione si estende fino alle sue membra storpie. Senza fare obiezioni ubbidisce all’ordine del Cristo e tutti i suoi muscoli rispondono alla sua volontà. Balzando in piedi, si ritrova un uomo in grado di agire. SU 142.2
Gesù non gli aveva promesso nessun aiuto divino. L’uomo avrebbe potuto dubitare e perdere così la sua unica speranza di guarigione. Ma credette nella parola del Cristo, e seguendo il suo consiglio ottenne forza. SU 142.3
Leggi Giovanni 5:10-16. Quali lezioni possiamo trarre dalla sorprendente durezza del cuore dei capi religiosi nei confronti di Gesù e del miracolo che aveva appena compiuto?
Il paralitico guarito prese il suo letto, una semplice stuoia e una coperta, e mentre avvertiva in sé una bellissima sensazione di forza, cercò con lo sguardo il suo liberatore; ma Gesù era sparito in mezzo alla folla. L'uomo temeva di non riconoscerlo, se lo avesse incontrato. Mentre si affrettava con passo fermo e sciolto lodando Dio per le forze ritrovate, incontrò diversi farisei e li informò della sua guarigione. Rimase sorpreso per la freddezza con cui accolsero il suo racconto. GDN 143.1
Gli ebrei avevano alterato la legge e l'avevano trasformata in un peso insopportabile. Le loro richieste insensate erano diventate motivo di scherno per le altre nazioni. Soprattutto il sabato era stato appesantito con restrizioni prive di significato, e per loro non era più un'occasione di gioia, qualcosa di santo e di onorevole appartenente al Signore. Gli scribi e i farisei avevano trasformato l'osservanza di questo giorno in un peso insopportabile. In giorno di sabato un ebreo non poteva accendere il fuoco, neppure una candela. Perciò il popolo, per quei servizi che erano loro proibiti dai capi, si rivolgeva ai gentili. Non pensavano che, se quegli atti erano sbagliati, commetteva peccato sia chi li faceva sia chi li ordinava. Credevano che la salvezza fosse limitata agli ebrei e che tutti gli altri, privi ormai di speranza, non potevano peggiorare la loro condizione. Ma il Signore non ha mai dato alcun comandamento che non possa essere osservato da tutti. La sua legge non approva nessuna restrizione irragionevole o egoistica. GDN 143.3
Gesù incontrò nel tempio l'uomo che era stato guarito. Era venuto a portare un'offerta per la colpa e una di ringraziamento per la grande grazia ricevuta. Trovandolo in mezzo ai fedeli, Gesù si fece riconoscere con queste parole di esortazione: “Ecco, tu sei guarito; non peccare più,, ché non ti accada di peggio”. Versetto 14. L'uomo guarito era felice di aver incontrato il suo liberatore. Non essendo al corrente dell'ostilità dei farisei nei confronti di Gesù, disse loro chi era colui che lo aveva guarito. “Per questo i giudei perseguitavano Gesù e cercavano di ucciderlo; perché faceva quelle cose di sabato”. Versetto 16. GDN 143.4
Che cosa insegnano questi altri racconti su come le persone possono diventare spiritualmente dure, indipendentemente dalle prove? (Leggere Giovanni 9:1-16; Marco 3:22, 23; Matteo 12:9-14)?
Quella guarigione fece restare perplessi i farisei; ma essi manife starono ancora più il loro odio perché il miracolo era stato compiuto in giorno di sabato. GDN 356.5
Allora lo condussero dai farisei. Di nuovo gli fu chiesto come avesse recuperato la vista. “Ed egli disse loro: Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo. Perciò alcuni dei farisei dicevano: Quest'uomo non è da Dio perché non osserva il sabato”. Versetto 15. I farisei volevano dimostrare che Gesù era un peccatore e che quindi non poteva essere il Messia. Non sapevano che colui che aveva guarito quel cieco aveva anche stabilito l'osservanza del sabato. Essi, pur così zelanti, non avevano nessuno scrupolo di macchinare un assassinio in quel giorno. Ma molti, venendo a conoscenza di quel miracolo, si commossero e si convinsero che colui che aveva aperto gli occhi del cieco non poteva essere un uomo comune. In risposta all'accusa secondo cui Gesù era un peccatore, perché non osservava il sabato, essi dissero: “Come può un uomo peccatore far tali miracoli?” Di nuovo i rabbini si rivolsero al cieco miracolato e gli chiesero: “E tu, che dici di lui, dell'averti aperto gli occhi? Egli rispose: È un profeta”. I farisei allora dubitarono che fosse nato cieco e che avesse recuperato la vista. Fecero chiamare i suoi genitori e domandarono loro: “È questo vostro figlio che dite esser nato cieco?” Versetti 16-19. GDN 357.2
Leggi Giovanni 5:16-18. Perché Gesù fu perseguitato per la Sua azione di sabato?
I piani che questi rabbini cercavano di attuare con tanto zelo provenivano da un concilio diverso da quello del sinedrio. Satana, non essendo riuscito a vincere Cristo nel deserto, cercò di opporsi a lui nel suo ministero e di ostacolare la sua opera. Decise di tentare con la strategia ciò che non era riuscito a fare con un'azione diretta. Fallita la sua tentazione nel deserto, fece dei piani con i suoi seguaci per offuscare la mente degli ebrei affinché non riconoscessero Gesù come Redentore. Lavorò nell'ambito religioso, servendosi di uomini pieni di odio contro il paladino della verità. Egli si proponeva di far loro respingere Gesù e di rendergli la vita più dura possibile, sperando di scoraggiarlo nell'adempimento della sua missione. Così i capi d'Israele divennero strumenti di Satana nella lotta contro il Salvatore. GDN 145.1
Gesù era venuto per “rendere la sua legge grande e magnifica”. Isaia 42:21. Egli non voleva sminuirne la dignità, anzi accrescerla. Le Scritture affermano: “Egli non verrà meno e non si abbatterà finché abbia stabilito la giustizia sulla terra”. Versetto 4. Cristo era venuto a liberare il mondo da quelle pesanti prescrizioni che lo trasformavano da benedizione in maledizione. GDN 145.2
Per questo motivo aveva deciso di guarire a Betesda in giorno di sabato. Avrebbe potuto guarire il malato in qualsiasi altro giorno della settimana o avrebbe potuto guarirlo senza ordinargli di portarsi via il letto. Ma questo non gli avrebbe offerto l'occasione desiderata. Ogni azione di Cristo sulla terra aveva un'intenzione positiva. Tutto quello che faceva aveva valore in sé e per gli insegnamenti che dava. Alla vasca, fra tutti i sofferenti, scelse il caso più disperato e ordinò all'uomo di portare via il letto e andare in giro per la città, perché tutti sapessero la grande opera che era venuto a compiere. Questo avrebbe aperto il problema su quello che era lecito fare in giorno di sabato; gli avrebbe offerto l'occasione di condannare le restrizioni arbitrarie imposte dagli ebrei e dichiarare che erano prive di validità. GDN 145.3
Leggi Giovanni 5:19-47. Che cosa stava dicendo Gesù per aiutare i dirigenti a vederLo per quello che è veramente, un'affermazione così potente attestata dal miracolo che aveva appena fatto?
Gesù affermò di avere gli stessi diritti di Dio. Egli svolgeva un'opera della stessa sacralità e dello stesso tipo di quella compiuta dal Padre in cielo. Ma i farisei si esasperarono ancora di più; secondo la loro opinione, non solo aveva violato la legge, ma chiamando Dio suo Padre, si metteva sul suo stesso piano. GDN 146.4
Tutti gli ebrei chiamavano Dio loro padre. Essi non si sarebbero adirati se Cristo si fosse messo nel loro stesso rapporto con Dio. Ma lo accusarono di bestemmia perché avevano capito che egli dava alla sua dichiarazione un senso molto più elevato. GDN 147.1
Gesù respinse l'accusa di bestemmia. L'autorità, disse, in base alla quale compio l'opera di cui mi accusate, deriva dal fatto che io sono il Figlio di Dio, uno con lui nella natura, nella volontà e nelle intenzioni. Io collaboro con Dio in tutte le sue opere di creazione e di provvidenza. “Il Figlio non può da se stesso far cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre”. Versetto 19. I sacerdoti e i rabbini volevano sapere dal Figlio di Dio quale fosse la missione che doveva compiere nel mondo. I loro peccati li avevano separati da Dio e il loro orgoglio li spingeva ad agire indipendentemente da lui. Si sentivano autosufficienti e non avvertivano il bisogno di essere diretti da una sapienza superiore. GDN 147.4
I capi del popolo non avevano studiato gli insegnamenti dei profeti relativi al regno del Messia con il sincero desiderio di conoscere la verità, ma per trovare argomenti a favore delle loro ambiziose speranze. Quando Cristo si presentò in modo diverso da come lo aspettavano, essi non vollero accettarlo e per giustificarsi cercarono di dimostrare che era un ingannatore. Una volta assunto questo atteggiamento, fu facile per Satana rafforzare la loro opposizione al Maestro. Proprio le parole che avrebbero dovuto essere accettate come prova della sua divinità venivano interpretate contro di lui. Così interpretarono la verità di Dio come una menzogna, e più il Salvatore si rivolgeva a loro manifestando la sua misericordia, più essi si indurivano nelle loro posizioni. GDN 151.2