“Consacrali nella verità. La tua parola è verità.” Giovanni 17:17
Coloro che onorano il sabato biblico saranno denunciati come nemici della legge e dell’ordine, come fautori di disordini, di anarchia morale e di corruzione nella società e causa dei castighi di Dio che si abbattono sulla terra. I loro scrupoli di coscienza saranno giudicati come ostinazione, caparbietà e disprezzo delle autorità. Saranno addirittura accusati di ostilità nei confronti del governo. I pastori che negano il carattere vincolante della legge di Dio, annunceranno dall’alto del pulpito, il dovere di ubbidire alle autorità civili, perché stabilite da Dio. Sia nelle assemblee legislative sia nei tribunali, gli osservatori dei comandamenti saranno messi in cattiva luce e condannati. Alle loro parole sarà attribuito un falso significato, mentre alle motivazioni che li animano saranno attribuite le peggiori intenzioni. GC 462.2
Le chiese protestanti hanno rigettato le chiare argomentazioni bibliche in difesa della legge di Dio. Non essendo riuscite a contrastare tramite la Scrittura le convinzioni di questi uomini, esse cercheranno di ridurli al silenzio. Senza rendersene conto, esse assumeranno un atteggiamento che le porterà a perseguitare chi rifiuta, per motivi di coscienza, di fare quello che fa il resto del mondo cristiano: riconoscere il giorno del riposo papale. GC 462.3
I dignitari della chiesa e dello stato si uniranno per allettare, persuadere e convincere tutti a onorare la domenica. Si supplirà alla mancanza di una autorità divina con leggi oppressive. La corruzione politica sta distruggendo l’amore della giustizia e il rispetto della verità. Perfino nella libera America, per accaparrarsi il favore del pubblico, governanti e legislatori aderiranno alla richiesta popolare di una legge che imponga l’osservanza della domenica. La libertà di coscienza, che è costata tanti sacrifici, non sarà più rispettata. Nell’imminenza del conflitto, si adempiranno le parole profetiche: “E il dragone si adirò contro la donna e andò a far guerra col rimanente della progenie d’essa, che serba i comandamenti di Dio e ritiene la testimonianza di Gesù”. Apocalisse 12:17. GC 462.4
Confronti Apocalisse 14:7, 9 con Apocalisse 14:11. Qual è il tema generale dell'Apocalisse in questo conflitto tra il bene e il male?
Il primo angelo invita gli uomini a temere Dio, glorificarlo e adorarlo come Creatore dei cieli e della terra. Per farlo, essi devono ubbidire alla sua legge. L’autore dell’Ecclesiaste afferma: “...Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto dell’uomo”. Ecclesiaste 12:15. Senza l’ubbidienza ai suoi comandamenti nessun culto può essere gradito a Dio. “...Questo è l’amor di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti...” 1 Giovanni 5:3. “Se uno volge altrove gli orecchi per non udire la legge, la sua stessa preghiera è un abominio”. Proverbi 28:9. GC 341.2
In contrasto con coloro che osservano i comandamenti di Dio e hanno la fede di Gesù, il terzo angelo indica un altro gruppo di persone, contro cui viene pronunciato un solenne e terribile avvertimento: “Se qualcuno adora la bestia e la sua immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, beverà anch’egli del vino dell’ira di Dio...” Apocalisse 14:9, 10. Per comprendere questo messaggio è necessaria una corretta interpretazione dei simboli utilizzati. Che cosa rappresentano la bestia, l’immagine, il marchio? GC 343.1
Nel capitolo 13 (Apocalisse 12:1-10) è descritta un’altra bestia “...simile a un leopardo” alla quale “il dragone le diede la propria potenza e il proprio trono e grande potestà”. Questo simbolo, come molti protestanti hanno creduto, rappresenta il papato che riuscì a impadronirsi della potenza, del trono e dell’autorità che un tempo erano appartenuti all’impero romano. Della bestia simile a un leopardo è detto: “E le fu data una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie... Ed essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome e il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. E le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli; e le fu data potestà sopra ogni tribù e popolo e lingua e nazione”. Questa profezia, che è simile alla descrizione del piccolo corno di Daniele 7, indica incontestabilmente il papato. GC 343.3
Ma che cos’è l’immagine della bestia? In che modo viene fatta? Si tratta di un’immagine della prima bestia realizzata dalla bestia con due corna. Per sapere a cosa somigli l’immagine e in che modo viene fatta si devono studiare le caratteristiche della bestia stessa: il papato. GC 346.3
Quando la chiesa primitiva si allontanò dalla semplicità del messaggio del Vangelo, accettando i riti e i costumi del paganesimo, perse lo Spirito e la potenza di Dio. Poi, per dominare sulle coscienze degli uomini, cercò l’appoggio del potere temporale. Nacque così il papato, cioè una chiesa che controllava lo stato e se ne serviva per la realizzazione dei propri fini, specialmente per punire l’eresia. Perché gli Stati Uniti potessero fare un’immagine della bestia era necessario che il potere religioso dominasse il governo civile e l’autorità dello stato venisse utilizzata dalla chiesa per il raggiungimento dei suoi obiettivi. GC 346.4
La particolare caratteristica della bestia e della sua immagine è la trasgressione dei comandamenti di Dio. Daniele, parlando del piccolo corno afferma: “...penserà di mutare i tempi e la legge...” Daniele 7:25. Paolo, a sua volta, definì lo stesso potere “l’uomo del peccato”, che doveva esaltare se stesso al di sopra di Dio. Queste due profezie si completano. Solo cambiando la legge di Dio, il papato poteva innalzarsi al di sopra di Dio; infatti, chiunque consapevolmente osservasse questa legge, così mutata, avrebbe tributato un onore supremo alla potenza responsabile di questo cambiamento. Questo atto di ossequio alle leggi papali sarebbe stato il marchio (o segno) di ubbidienza al papa anziché a Dio. GC 348.4
Come segno dell’autorità della Chiesa Cattolica gli scrittori papali citano “il fatto di avere cambiato il sabato nella domenica, che i protestanti accettano... Essi, osservando la domenica, riconoscono la facoltà che la chiesa ha di stabilire feste e di imporle, sotto pena di peccato”. GC 350.4
Leggi l'Apocalisse 12:17 e l'Apocalisse 14:12. In che modo l'adorazione del Creatore trova la sua espressione finale?
In Apocalisse 14 gli uomini sono invitati ad adorare il Creatore e la profezia mette in luce, come risultato della proclamazione del triplice messaggio, un gruppo di persone che osservano i comandamenti di Dio. Uno di questi comandamenti indica Dio come Creatore. Il quarto dichiara: “ma il settimo è giorno di riposo, sacro all’Eterno, ch’è l’Iddio tuo... poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch’è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato”. Esodo 20:10, 11. A proposito del sabato, il Signore dice che esso dev’essere “...un segno... dal quale si conosca che io sono l’Eterno, il vostro Dio”. Ezechiele 20:20. Perché “...in sei giorni l’Eterno fece i cieli e la terra, e il settimo giorno cessò di lavorare, e si riposò”. Esodo 31:17. GC 342.1
Leggi Giovanni 16,2, Matteo 10,22, 2 Timoteo 3,12 e 1 Pietro 4,12. Che cosa ha sperimentato la Chiesa del Nuovo Testamento e come si applica alla Chiesa del tempo di Cristo?
Quando Gesù rivelò ai suoi discepoli quale sarebbe stata la sorte di Gerusalemme, illustrò anche le scene relative al suo secondo avvento e predisse l’esperienza del suo popolo, dal momento in cui egli sarebbe stato accolto in cielo fino al suo ritorno con potenza e gloria per la loro liberazione. Dall’alto del monte degli Ulivi, il Salvatore vide la bufera che stava per abbattersi sulla chiesa apostolica e, proiettandosi ancor più nel futuro, i suoi occhi scorsero le furiose e devastanti tempeste che avrebbero colpito i suoi discepoli nel corso di quei secoli caratterizzati dalla persecuzione e dalla mancanza di conoscenza. Con pochi e brevi cenni, ma profondamente significativi, predisse l’atteggiamento ostile dei capi di questo mondo contro la chiesa di Dio. Cfr. Matteo 24:9, 21, 22. I discepoli di Gesù avrebbero dovuto percorrere lo stesso sentiero di umiliazioni, scherni e sofferenze già percorso dal Maestro. L’ostilità espressa nei confronti del Redentore del mondo si sarebbe manifestata anche nei confronti di coloro che avrebbero creduto nel suo nome. GC 38.1
La storia della chiesa primitiva testimonia l’adempimento delle parole del Salvatore. Le potenze terrene e quelle infernali si allearono contro il Cristo nella persona dei suoi discepoli. Il paganesimo, prevedendo che se il messaggio del Vangelo avesse trionfato i suoi templi e i suoi altari sarebbero stati eliminati, riunì le sue forze per annientare il cristianesimo e accese il fuoco della persecuzione. I cristiani furono privati di tutto ciò che possedevano, strappati alle loro famiglie e sottoposti a tremende prove. Cfr. Ebrei 10:32. Essi subirono “...scherni e flagelli; ed anche legami e prigione”. Ebrei 11:36 (Diodati). Molti suggellarono con il sangue la loro testimonianza. Nobili e schiavi, ricchi e poveri, semplici e colti, furono tutti trucidati senza pietà. GC 38.2
Se la tribolazione di Matteo [Matt. 24:21] ha avuto luogo nel periodo dei 1260 anni di supremazia papale, che è nel passato, e il tempo dei guai, predetto da Daniele [Dan. 12:1], nel futuro, come potrei armonizzare il resoconto di Matteo con quello di Daniele, perché Matteo scrive che non ci sarà una tribolazione più grande di quella dal 538 al 1798 d.C., mentre Daniele afferma che il tempo dei guai sarà più grande di qualsiasi altro 'da quando esiste una nazione'”.
Parlando della tribolazione, la Scrittura dice: “Se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne si salverebbe”; cioè, il popolo di Dio sarebbe stato completamente cancellato dalla faccia della terra se non fosse stato per la promessa mai venuta meno: “Ma per gli eletti quei giorni saranno abbreviati” (Matteo 24:22), mentre nel tempo della tribolazione Michele si alzerà per liberare tutti coloro che saranno “trovati scritti nel libro”. In altre parole, durante il tempo della tribolazione i giusti sono stati uccisi e i malvagi sono stati liberati, mentre nel tempo dei guai i giusti saranno liberati e i malvagi uccisi. Pertanto, la tribolazione e il tempo dei guai sono due eventi eccezionali, ciascuno dei quali è il più grande del suo genere negli annali della storia profetica - uno il più grande contro i giusti e l'altro il più grande contro i malvagi. Così vediamo che sia Matteo che Daniele sono corretti, mostrando che ogni evento è il più grande nel suo genere.
Poiché la tribolazione è la più grande “dall'inizio del mondo”, ciò dimostra che non c'è mai stata una tribolazione così grande contro il popolo di Dio come quella che c'è stata durante il periodo sopra indicato; e poiché Gesù ha detto che non ci sarà mai una cosa simile, ci assicura che Dio non permetterà ai malvagi dopo il 1798 d.C., che i malvagi possano di nuovo “logorare i santi”, mentre il tempo dei guai, dice Daniele, è il più grande “da quando c'è una nazione”, il che dimostra che il diluvio è stato più grande o uguale ad esso, e che il tempo dei guai potrebbe essere seguito da uno più grande, perché Egli dice: “fino a quello stesso tempo”, anziché: “né mai ci sarà”.
Leggi Apocalisse 13:1, 2, 6. Da dove nasce questa bestia e chi le conferisce l'autorità? Quali parole chiave vengono utilizzate per identificare il potere della bestia?
Nel capitolo 13 (Apocalisse 12:1-10) è descritta un’altra bestia “...simile a un leopardo” alla quale “il dragone le diede la propria potenza e il proprio trono e grande potestà”. Questo simbolo, come molti protestanti hanno creduto, rappresenta il papato che riuscì a impadronirsi della potenza, del trono e dell’autorità che un tempo erano appartenuti all’impero romano. Della bestia simile a un leopardo è detto: “E le fu data una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie... Ed essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome e il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. E le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli; e le fu data potestà sopra ogni tribù e popolo e lingua e nazione”. Questa profezia, che è simile alla descrizione del piccolo corno di Daniele 7, indica incontestabilmente il papato. GC 343.3
“Le fu data potestà di agire per quarantadue mesi”. Il profeta dice: “E io vidi una delle sue teste come ferita a morte”. Poi conclude: “Se uno mena in cattività andrà in cattività; se uno uccide con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada”. I 42 mesi corrispondono a “un tempo, dei tempi e la metà di un tempo”, cioè tre anni e mezzo o 1.260 giorni di Daniele 7, periodo durante il quale il potere papale doveva opprimere il popolo di Dio. Questo periodo di tempo, come si è visto nei capitoli precedenti, iniziò con la supremazia di Roma nel 538 d.C. e finì nel 1798, quando il papa fu fatto prigioniero dalle truppe francesi e il potere papale subì una ferita mortale. Così si adempì la predizione: “Se uno mena in cattività andrà in cattività”. GC 343.4
Essendo le dieci corna senza corona della quarta bestia di Daniele simboliche dei re che sarebbero sorti dall'Impero Romano, le corone sulla bestia leopardata mostrano che la bestia rappresenta il periodo in cui i re presero le loro corone, il periodo successivo alla disintegrazione dell'Impero Romano Pagano.
Inoltre, la bestia leopardata ha bestemmiato Dio e il Suo tabernacolo per un tempo pari a quello della quarta bestia di Daniele nella sua seconda fase, la Roma ecclesiastica; cioè “un tempo e un tempo e la divisione del tempo” (3 anni e 6 mesi), quaranta e due mesi. È chiaro, quindi, che la bestia leopardata regnò contemporaneamente alla bestia non descritta nella sua seconda fase, la fase della piccola testa di corno. La ferita mortale della bestia leopardata rappresenta quindi il colpo mortale che ha ricevuto dalla Riforma protestante. Quindi la sua testa ferita rappresenta il potere della testa di corno (un'amalgama di poteri civili e religiosi) della bestia di Daniele, spogliata del suo potere civile - decapitata.
Leggi Apocalisse 15:5. Scriva questa caratteristica identificativa nello spazio sottostante.
Ora, poiché le corna della bestia di Giovanni simboleggiano le nazioni, e la sua testa ferita simboleggia un'organizzazione religiosa separata da un potere civile, e poiché le sue sette teste sono tutte uguali, tranne la ferita su una di esse, diventa ovvio che le teste, in numero di sette, raffigurano gli organismi religiosi, la cristianità nella sua interezza. Le corna, invece, in numero di dieci, raffigurano i governi civili nella loro interezza. Entrambe le corna e le teste rappresentano quindi il mondo di oggi, proprio come ciascuna delle quattro bestie di Daniele, rispettivamente, rappresentava il mondo nel suo tempo.
Il fatto che le corna e le teste si trovino tutte sulla bestia allo stesso tempo, non spuntando una dopo l'altra, né cadendo come le corna nei capitoli 7 e 8 di Daniele, dovrebbe convincere per sempre ogni mente razionale che le corna e le teste simboleggiano gli organismi civili e religiosi, tutti esistenti allo stesso tempo, non uno dopo l'altro.
La bestemmia che si trova sulle teste, e non sulle corna, denota che gli organismi religiosi raffigurati non adorano Dio secondo la Verità, che non sono del tutto ciò che professano di essere. L'interpretazione esatta che l'Ispirazione dà alla parola “bestemmia” è questa: “Conosco la bestemmia di coloro che dicono di essere Giudei e non lo sono”. Apocalisse 2:9.
È meglio per tutti noi riconoscere i nostri fallimenti che eludere la Verità, perché è la Verità che ci renderà liberi.
Inoltre, dal momento che ammettiamo che la Riforma ha inferto un colpo mortale e ha portato al Protestantesimo, e dal momento che l'Ispirazione dice che la ferita è stata guarita, tutto ciò dimostra qualcosa che, se confessiamo, può salvare le nostre vite messe a repentaglio e renderci grandi come le confessioni di tutto cuore hanno reso grande Davide in passato. Che cosa dobbiamo confessare? - Solo questo: Se il protestantesimo ha ferito la bestia con la Riforma, allora la guarigione della ferita dimostra niente di meno che la Riforma non è riuscita a tenere aperta la ferita, che l'obiettivo dei riformatori è morto e il dispotismo è stato riportato in vita. In effetti, questo simbolismo non dice nulla di più di quello che dice il messaggio ai Laodicesi:
Tu dici: "Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla", ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista.” Apocalisse 3:17, 18.
Per una persona che si trova in una condizione così deplorevole e allo stesso tempo sostiene di non aver bisogno di nulla, è davvero una bestemmia.
Leggi Apocalisse 13;11-18. In che modo questa seconda bestia differisce dalla prima bestia dell'Apocalisse 13?
A differenza della prima bestia, la seconda bestia viene dalla terra. Il mare e la terra indicano ovviamente due luoghi diversi. Sappiamo che le bestie di Daniele 7 e la bestia simile a un leopardo di Apocalisse 13, le bestie che sono sorte dal mare, hanno tutte avuto origine nel Vecchio Paese, le terre dove ha avuto origine l'umanità. Sì, il 'mare' simboleggia in modo appropriato l'Antico Paese, perché il mare è il deposito delle acque, il luogo in cui le acque hanno origine, così come l'Antico Paese è il luogo da cui l'umanità si è diffusa.
La “terra”, quindi, indica un luogo lontano dal “mare” e l'opposto di ciò che rappresenta il mare, ossia un Paese composto da abitanti che sono emigrati da altrove. L'unico Paese o nazione di questo tipo, lontano dal Vecchio Paese e così influente come raffigurato in questa bestia a due corna che sorge dopo la formazione della bestia simile al leopardo, nel periodo protestante, sono gli Stati Uniti. Inoltre, gli Stati Uniti sono già una potenza mondiale, quindi non dobbiamo più fare ipotesi. Le due corna della bestia indicano le due potenze politiche al potere: i Democratici e i Repubblicani. Il loro carattere da agnello dà l'impressione di innocenza, innocuità e carità. Tuttavia, il fatto che la bestia parli come un drago ripudia l'aspetto di agnello delle corna.
La bestia con due corna esercita tutto il potere che esercitava la prima bestia, simile al leopardo, dimostrando ancora una volta di essere un potere mondiale. In effetti, è necessario un potere di questo tipo per costringere tutti gli abitanti della terra ad adorare come lui comanda, e per mettere in atto un'immagine di governo della Chiesa e dello Stato che è tanto obsoleta quanto il Medioevo stesso. Sì, ci vuole un tale potere per influenzare il mondo, tranne coloro i cui nomi sono scritti nel Libro della Vita dell'Agnello, a inchinarsi ad esso.
Leggi Apocalisse 13:11, 12. Quale cambiamento vede in questa bestia e chi parla?
Le corna simili a quelle di un agnello e la voce di un dragone indicano un contrasto stridente fra le dichiarazioni e l’operato della nazione così rappresentata. Il modo di parlare di una nazione è costituito dal comportamento delle sue autorità legislative e giudiziarie, mediante la quale essa può anche smentire i princìpi liberali e pacifici che sono alla base dello stato. La predizione secondo cui essa parlerà “come un dragone” ed eserciterà “tutta la potestà della prima bestia” predice molto chiaramente lo sviluppo di uno spirito di intolleranza e di persecuzione come quello manifestato dalle nazioni simboleggiate dal dragone e dalla bestia simile a un leopardo. L’affermazione che la bestia con due corna “faceva in modo che la terra e quelli che abitano in essa adorassero la prima bestia” rivela che questa nazione eserciterà la propria autorità per imporre certe pratiche religiose come atto di omaggio al papato. GC 345.4
Dopo l’avvertimento riguardante l’adorazione della bestia e della sua immagine, la profezia dice: “Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù”. Apocalisse 13:12. Poiché coloro che osservano i comandamenti di Dio sono messi in opposizione con gli adoratori della bestia e della sua immagine e ne prendono il marchio, ne risulta che il rispetto della legge di Dio da un lato e la sua violazione dall’altro stabiliranno la distinzione fra chi adora Dio e chi adora la bestia. GC 348.3
La particolare caratteristica della bestia e della sua immagine è la trasgressione dei comandamenti di Dio. Daniele, parlando del piccolo corno afferma: “...penserà di mutare i tempi e la legge...” Daniele 7:25. Paolo, a sua volta, definì lo stesso potere “l’uomo del peccato”, che doveva esaltare se stesso al di sopra di Dio. Queste due profezie si completano. Solo cambiando la legge di Dio, il papato poteva innalzarsi al di sopra di Dio; infatti, chiunque consapevolmente osservasse questa legge, così mutata, avrebbe tributato un onore supremo alla potenza responsabile di questo cambiamento. Questo atto di ossequio alle leggi papali sarebbe stato il marchio (o segno) di ubbidienza al papa anziché a Dio. GC 348.4
Mentre gli adoratori di Dio si distinguono per il loro rispetto del quarto comandamento, che è il segno della sua potenza creatrice e la testimonianza del suo diritto al rispetto e all’omaggio dell’uomo, gli adoratori della bestia si distingueranno per i loro sforzi intesi ad abolire il memoriale del Creatore per esaltare, al suo posto, l’istituzione di Roma. Fu in favore della domenica che il papato inizialmente affermò le sue arroganti pretese; il suo primo ricorso al potere dello stato fu per imporre l’osservanza della domenica come “giorno del Signore”. Ma la Bibbia indica il settimo e non il primo come giorno del Signore. Gesù disse: “...il Figliuol dell’uomo è Signore anche del sabato”. Marco 2:28. Il quarto comandamento afferma: “...il settimo è giorno di riposo, sacro all’Eterno...” Esodo 20:10. Tramite il profeta Isaia il Signore ha detto: “...il sabato... mio santo giorno...” Isaia 58:13. L’affermazione, spesso ripetuta, che il Cristo abbia sostituito il sabato è smentita dalle sue stesse parole. Nel suo sermone sul monte, egli disse: “Non pensate ch’io sia venuto per abolire la legge od i profeti; io son venuto non per abolire ma per compire: poiché io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà, che tutto non sia adempiuto. Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti ed avrà cosi insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno de’ cieli; ma chi li avrà messi in pratica ed insegnati, esso sarà chiamato grande nel regno dei cieli”. Matteo 5:17-19. GC 349.2