"Allora Gesù disse loro: «Ancora per poco tempo la luce è tra voi. Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va.” Giovanni 12:35
Migliaia furono imprigionati e uccisi, ma altri vennero a sostituirli. Quelli che venivano martirizzati per la loro fede venivano considerati vincitori del Cristo. Essi avevano combattuto il “buon combattimento” e avrebbero ricevuto la corona della gloria al ritorno di Gesù. Le sofferenze sopportate spinsero i cristiani a unirsi maggiormente gli uni agli altri e al loro Redentore. L’esempio della loro vita e la loro testimonianza in punto di morte erano una conferma costante della verità. Accadde, cosa del tutto inattesa, che alcuni sudditi di Satana riuscirono a sottrarsi alla schiavitù del peccato e a schierarsi dalla parte del Cristo. GC 40.1
Satana, allora, cercò di elaborare dei piani che gli consentissero di lottare con maggior successo contro il governo di Dio, esercitando il suo potere addirittura sulla chiesa cristiana. Se i discepoli del Cristo fossero stati ingannati e quindi indotti ad allontanarsi da Dio, la loro forza e la loro unità sarebbero svanite, e sarebbero diventati una facile preda. GC 40.2
Il grande avversario fece il possibile per vincere tramite l’astuzia dove non era riuscito con la forza. La persecuzione finì e al suo posto subentrò la pericolosa attrazione della prosperità materiale e della gloria terrena. Gli idolatri furono indotti ad accettare una parte della fede cristiana pur rigettando altre verità essenziali. Essi dicevano di accettare Gesù come Figlio di Dio e di credere nella sua morte e nella sua risurrezione, ma non si rendevano conto del proprio peccato e non sentivano quindi l’esigenza del pentimento e del rinnovamento del loro cuore. Pronti a fare alcune concessioni proposero che i cristiani, a loro volta, ne facessero altre affinché tutti potessero unirsi sulla base della fede in Gesù. GC 40.3
Leggi Luca 19:41-44; Matteo 23:37, 38 e Giovanni 5:40. Che cosa le dicono questi versetti sull'atteggiamento di Gesù nei confronti del Suo popolo e sulla loro risposta al Suo invito amorevole di grazia e misericordia? Quale rivelazione del carattere di Dio vede?
Il Figlio di Dio in persona era venuto a esortare la città impenitente. Era stato il Cristo a far uscire Israele dall’Egitto (cfr.Salmi 80:8) e a scacciare le nazioni pagane davanti al suo popolo. Era stato il Messia a piantare la “vigna d’Israele” su una fertile collina e con la sua cura assidua aveva innalzato intorno ad essa una barriera di protezione. Erano stati i suoi servitori ad averne cura. “Che più si sarebbe potuto fare alla mia vigna”, egli esclamò, “di quello che io ho fatto per essa?” Cfr. Isaia 5:1-4. Mentre egli si aspettava che facesse dell’uva essa aveva fatto delle lambrusche, ma Dio, nella speranza di vederla portare frutto, era venuto nella sua vigna e aveva cercato di sottrarla alla distruzione. Dopo avere dissodato la terra che la circondava, l’aveva potata e, con sforzi incessanti, aveva fatto il possibile per conservare in vita la vigna da lui piantata. GC 23.1
Guardando attraverso i secoli, Cristo vedeva il popolo del patto disperso nel mondo, simile ai relitti di un naufragio su una spiaggia deserta. Nel castigo che stava per abbattersi sui suoi figli, individuava solo il primo sorso di quell’amaro calice che nel giudizio finale avrebbe dovuto bere fino all’ultima goccia. Con pietà divina, con intenso amore, egli pronunciò le parole accorate: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figliuoli, come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!” Matteo 23:37. Nazione eletta, non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata e tutto ciò che ti avrebbe assicurato la pace! Io ho trattenuto il braccio dell’angelo di giustizia, ti ho invitata al pentimento, ma tutto è inutile. Non ti sei limitata a respingere i miei servitori, i miei messaggeri, i miei profeti. Hai addirittura rifiutato il Santo d’Israele, il tuo Redentore. Tu sola sei responsabile della tua distruzione. “Eppure non volete venire a me per aver la vita!” Giovanni 5:40. GC 24.4
I discepoli erano rimasti stupiti e sgomenti nell’udire la predizione del Cristo circa la distruzione del tempio e vollero conoscere meglio il significato delle sue parole. Ricchezze, lavoro, abilità architettonica: per oltre quarant’anni non era stato risparmiato nulla per assicurare a questo edificio l’antico splendore. Erode il Grande aveva letteralmente dilapidato la ricchezza romana e il tesoro d’Israele, senza contare i doni dell’imperatore stesso. Massicci blocchi di marmo bianco di dimensioni straordinarie, inviati appositamente da Roma, formavano una parte della sua maestosa struttura. Su di essi i discepoli richiamarono l’attenzione del Maestro, dicendo: “Maestro, guarda che pietre e che edifizi!” Marco 13:1. GC 27.1
A queste parole Gesù rispose solennemente: “Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra sopra pietra che non sia diroccata”. Matteo 24:2. GC 27.2
Leggi Matteo 24:15-20. Quali istruzioni diede Gesù al Suo popolo per salvarlo dalla prossima distruzione di Gerusalemme?
Gesù indicò ai discepoli, che lo ascoltavano attenti, la punizione che si sarebbe abbattuta sull’Israele apostata, in particolare perché aveva rifiutato il Messia e si preparava a crocifiggerlo. Segni inconfondibili avrebbero preceduto quell’evento spaventoso: momenti terribili sarebbero sopraggiunti rapidi e inattesi. Il Salvatore disse ai discepoli: “Quando dunque avrete veduta l’abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, posta in luogo santo (chi legge pongavi mente), allora quelli che saranno nella Giudea fuggano ai monti”. Matteo 24:15, 16; cfr. Luca 21:20, 21. Quando le insegne romane sarebbero state poste sul terreno sacro che si estendeva fuori dalle mura di Gerusalemme, i discepoli di Gesù avrebbero dovuto salvarsi fuggendo. Quando sarebbero apparsi i segni premonitori chi voleva fuggire non avrebbe dovuto indugiare. Per tutta la Giudea, come pure nella stessa città, il segnale della fuga doveva essere individuato immediatamente. Chi si fosse trovato sul tetto della casa non doveva rientrare, neppure per mettere in salvo i suoi tesori più preziosi; chi era a lavorare nei campi o nelle vigne, non avrebbe dovuto tornare indietro per raccogliere i vestiti che si era tolto nelle ore più calde del giorno. Non si dovevano attardare per nessun motivo, perché in tal caso sarebbero stati coinvolti nella distruzione generale. GC 28.1
Leggi Atti 20:27-32. Quali avvertimenti specifici diede l'apostolo Paolo ai dirigenti della Chiesa di Efeso riguardo all'apostasia in arrivo?
Paolo tremò per la chiesa quando, guardando nel futuro, vide gli attacchi che essa avrebbe subìto, sia dall’esterno che dall’interno. Con solenne ardore egli esortò i suoi fratelli a custodire con ogni cura la loro sacra fede. Come esempio, egli indicò i suoi instancabili sforzi fra loro. “Perciò vegliate, ricordandovi che per lo spazio di tre anni, notte e giorno, non ho cessato d’ammonire ciascuno con lacrime”. Atti 20:29-31 (Luzzi). UVI 247.2
"Chi detiene la verità nell'ingiustizia, chi dichiara di crederci, eppure la ferisce ogni giorno con la sua vita incoerente, si sta consegnando al servizio di Satana e sta portando le anime alla rovina. Questa classe intrattiene rapporti con gli angeli caduti e viene aiutata da loro a ottenere il controllo delle menti. Quando il potere ammaliatore di Satana controlla una persona, Dio viene dimenticato e l'uomo, che è pieno di scopi corrotti, viene esaltato. La licenziosità segreta è praticata da queste anime ingannate come una virtù. Si tratta di una specie di stregoneria. La domanda dell'apostolo ai Galati può essere ben posta: "Chi vi ha stregato, affinché non obbediate alla verità, davanti ai cui occhi è stato evidentemente presentato Gesù Cristo, crocifisso in mezzo a voi?". C'è sempre un potere ammaliatore nelle eresie e nella licenziosità. La mente è così illusa che non può ragionare in modo intelligente, e un'illusione la porta continuamente fuori dalla purezza. La vista spirituale si offusca e le persone con una morale fino ad allora incontaminata si confondono sotto i sofismi illusori di quegli agenti di Satana che si professano messaggeri di luce. È questa illusione che dà potere a questi agenti. Se uscissero con coraggio e facessero le loro avances apertamente, verrebbero respinti senza un attimo di esitazione; ma lavorano prima per guadagnarsi la simpatia e assicurarsi la fiducia in se stessi come uomini di Dio santi e abneganti. In qualità di Suoi messaggeri speciali, iniziano poi il loro abile lavoro di allontanare le anime dal sentiero della rettitudine, tentando di rendere nulla la legge di Dio". 5T 142.1
Leggi 2 Tessalonicesi 2:7-12. Come descrive l'apostolo Paolo la prossima apostasia? Quali caratteristiche devono cercare i credenti?
L’apostolo Paolo, nella sua seconda lettera ai Tessalonicesi, predisse la grande apostasia che si sarebbe verificata dopo l’instaurazione del potere papale: il giorno del Signore “...non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figliuolo della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto quello che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e dicendo ch’egli è Dio”. L’apostolo, inoltre, avvertì i fratelli: “...il mistero dell’empietà è già all’opra”. 2 Tessalonicesi 2:3, 4, 7. Egli vedeva, fin d’allora, insinuarsi nella chiesa gli errori che avrebbero preparato la via allo sviluppo del papato. GC 46.1
A poco a poco, prima in modo discreto e silenzioso, poi sempre più apertamente a mano a mano che acquistava potere, “il mistero dell’empietà” finì per dominare le menti degli uomini, con la sua azione malvagia e blasfema. In modo quasi impercettibile, le usanze pagane penetrarono nella chiesa cristiana. La tendenza al compromesso e al conformismo era stata controllata quando la chiesa subiva le più violente persecuzioni da parte del paganesimo. Però, quando queste cessarono e il cristianesimo penetrò nelle corti e nei palazzi reali, si abbandonò gradatamente l’umile semplicità del Cristo e degli apostoli, per accettare il lusso e l’orgoglio dei sacerdoti e dei governatori pagani. Alle richieste di Dio si sostituirono le teorie e le predizioni umane. La pretesa conversione di Costantino, all’inizio del IV secolo, fu accolta con grande gioia e lo spirito del mondo, sotto l’apparenza della giustizia, entrò nella chiesa. Da quel momento la situazione si aggravò rapidamente. Il paganesimo, apparentemente sconfitto, divenne il vincitore. Il suo spirito dominava ormai la chiesa. Le sue dottrine, le sue cerimonie e le sue superstizioni si mescolarono alla fede e al culto di coloro che si definivano discepoli del Cristo. GC 46.2
Questo compromesso fra paganesimo e cristianesimo favorì lo sviluppo dell’“uomo del peccato”, predetto dalla profezia come oppositore e sostituto di Dio. Questo gigantesco sistema di falsi princìpi religiosi è il capolavoro della potenza di Satana: monumento degli sforzi da lui compiuti per salire sul trono e dominare la terra secondo la sua volontà. GC 46.3
Leggi Giovanni 17:15-17 e Atti 20:32. Quali indicazioni ci danno Gesù e gli apostoli sulla protezione dagli inganni di Satana?
2 Tim. 3:16, 17- "Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
2 Pt. 1:20, 21- "Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio.
Affermativamente, tutte le Scritture, non solo una parte di esse, sono ispirate. In negativo, nessuna di esse è interpretata privatamente, per il motivo che non è venuta dagli uomini, ma da Dio; cioè, come lo Spirito di Dio ha dettato agli uomini le Scritture, così lo Spirito di Dio deve interpretare le Scritture agli uomini, per cui nessun uomo privatamente (senza ispirazione) è in grado di rivelare le profezie sigillate o di interpretarne una parte o anche di comprenderne l'importanza dopo che sono state interpretate, a meno che non sia il dono dello Spirito di Verità. "Nessuno dei malvagi", quindi, "comprenderà; ma i saggi comprenderanno". Dan. 12:10.
Ora dovremmo essere convinti che finché questo comando e principio divino di interpretazione della Parola di Dio sarà trascurato e abusato, e finché l'egoismo e il bigottismo esisteranno tra i cristiani in generale e tra gli studenti della Bibbia in particolare, gli ismi continueranno ad aumentare e la forza del popolo continuerà ad essere sprecata, proprio come la forza dei costruttori del ponte e dei costruttori della torre. Sì, come certamente la notte segue il giorno, così certamente i loro sforzi andranno a vuoto e la loro vergogna sarà scoperta.
Che non possiamo essere guidati in tutta la Verità senza il dono dello Spirito di Profezia, l'Ispirazione lo preannuncia simbolicamente attraverso il profeta Zaccaria. Passiamo a Zaccaria 4 e iniziamo con il primo versetto.
Zaccaria 4:1-4-"L'angelo che mi parlava venne a destarmi, come si desta uno dal sonno, e mi disse: «Che cosa vedi?». Risposi: «Vedo un candelabro tutto d'oro; in cima ha una coppa con sette lucerne e sette beccucci per ognuna delle lucerne. Due olivi gli stanno vicino, uno a destra della coppa e uno a sinistra». Allora domandai all'angelo che mi parlava: «Che cosa significano, mio signore, queste cose?»
L'illustrazione qui esposta, notate, è una riproduzione esatta del simbolismo di Zaccaria. Affinché il nostro studio sia semplificato e vivace, studieremo il capitolo insieme all'illustrazione.
1.Zaccaria 4
2.Ispirazione
3.Verità
4.La testimonianza di Gesù
5.Il ministero
6.E la Chiesa nel tempo del raccolto.
Ora ascoltiamo la spiegazione dell'angelo su questo simbolismo.
Versetti 5, 6: "Egli mi rispose: «Non comprendi dunque il loro significato?». E io: «No, mio signore». Egli mi rispose: «Questa è la parola del Signore a Zorobabele: «Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito», dice il Signore degli eserciti!
L'angelo rivelò due cose: In primo luogo rese noto che il simbolismo riguarda la Parola del Signore (la Bibbia) ai servi di Dio; in secondo luogo, che la Sua Parola è rivelata, non dalla forza dell'uomo né dalla potenza, ma dallo Spirito di Dio.
Chiaramente questo simbolismo nel suo insieme rappresenta il sistema con cui il Signore trasmette la Sua Parola rivelata al Suo popolo. Per comprendere a fondo questo sistema divinamente progettato, dobbiamo sapere che cosa rappresenta ogni componente dell'illustrazione. Lo Spirito di Profezia fornisce l'indizio.
In La Grande Conflicto, pagina 267 viene spiegato che gli "ulivi" rappresentano il "Vecchio e il Nuovo Testamento"; Testimonianze ai Ministri, pagina 188, dice che l'olio d'oro rappresenta lo Spirito Santo; e a pagina 337 dello stesso libro, insieme ad Apocalisse 1:20, dice che le sette lampade rappresentano la chiesa, e che i sette tubi (il ministero) trasportano l'olio alle chiese.
Ora studiate l'illustrazione stessa come fareste con qualsiasi cartone animato. Innanzitutto, gli alberi rappresentano la Parola di Dio (la Bibbia - sia l'Antico che il Nuovo Testamento - due alberi).
Qui si vede che l'intero allestimento simbolico ha lo scopo di raffigurare la realizzazione di una sola cosa: mantenere le sette lampade (l'intera Chiesa) rifornite di olio spirituale (la Verità biblica) in modo che possano dare luce spirituale tutt'intorno, affinché la Chiesa possa illuminare il mondo con la Parola di Dio rivelata. E poiché il compito del ministero è quello di nutrire la chiesa con il cibo spirituale, il fatto è che i sette tubi rappresentano il ministero al lavoro, portando l'olio (la Verità rivelata) dalla ciotola alle sette lampade, le chiese. Ora, la verità che nell'illustrazione i tubi (i ministri) non prendono l'olio direttamente dagli ulivi (la Bibbia), indica positivamente che la ciotola in cui è depositato l'olio rappresenta il contenitore o il magazzino in cui sono conservate le compilazioni delle interpretazioni bibliche ispirate, e che da esso, non dagli ulivi, i ministri si servono dell'olio e lo portano alle sette lampade (alla chiesa).
I due tubi d'oro, quindi, possono essere solo una rappresentazione dei canali ispirati che sono in grado di estrarre l'olio (luce della Verità) dagli alberi (da entrambi i Testamenti) e di conservarlo nella ciotola (libri) affinché i tubi (ministri) lo trasportino al candelabro (alle chiese).
Il simbolismo, quindi, indica il sistema che il Cielo ha ordinato per dispensare la Parola del Signore alla Sua chiesa: che lo Spirito di Profezia all'opera è l'unico rimedio contro gli ismi nella chiesa e nel mondo.
Leggi Proverbi 16:25, Giudici 21:25 e Isaia 53:6. Che cosa rivelano questi testi sulla strategia di inganno di Satana?
"Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene." Isa. 7:14, 15.
Sicuramente siamo tutti d'accordo che questo passo della Scrittura è una previsione dell'Emmanuele di Matteo 1:23 - Cristo al Suo primo avvento. Il fatto, tuttavia, che Cristo mangiasse ogni sorta di cibo lecito e che fosse persino accusato di essere un "goloso e un bevitore di vino" (Luca 7:34), mangiando con "pubblicani e peccatori" (Marco 2:16), rende evidente che questa dieta di "burro e miele" non è letterale. Inoltre, il fatto che il burro e il miele non possiedano assolutamente alcuna virtù per dotare una persona di saggezza e volontà per scegliere il bene e rifiutare il male, non più di altri articoli di cibo, dimostra in modo definitivo che questo "burro e miele" sono figurativi di qualcosa di speciale, proprio come la mosca e l'ape di Isaia 7:18 sono figurativi di Egitto e Assiria. E di cos'altro potrebbe trattarsi se non del cibo spirituale, quello che costruisce il carattere morale, che fa "rifiutare il male e scegliere il bene"? E da quale altra fonte, se non dalle Scritture, potrebbe provenire tale cibo? E cos'altro potrebbe rappresentare il miele se non il dolce Spirito di Dio che benedice lo studio sincero e la fede semplice nella Parola?
Manifestamente, quindi, questo simbolismo del burro e del miele ci dice infallibilmente che l'Immanuele, Cristo, fu in grado di discernere e di superare il peccato attraverso lo studio della Bibbia - digerendo i suoi contenuti e permettendo loro di diventare parte di Lui. Questo era il Suo piacere più dolce, come rivela il miele simbolico. Fu così che "disse loro: "Ho da mangiare una cosa che voi non conoscete"" (Giovanni 4:32), e "Sta scritto: "L'uomo non vivrà di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"". Matt. 4:4.
Di conseguenza, la verità è evidente che il Cristianesimo è una pianta spirituale, che si nutre della Parola di Dio come viene spiegata dal dolce Spirito di Verità. Di conseguenza, se Cristo, il nostro Examplar, "aumentava in sapienza... e in favore di Dio e degli uomini" (Luca 2:52), allora è ancora più essenziale che noi, Suoi seguaci, viviamo della stessa Parola, dello stesso burro e miele, se vogliamo possedere un cristianesimo vero, vitale e che conserva la vita. Infatti ci viene detto proprio questo nei versetti successivi della profezia di Isaia:
"Avverrà in quel giorno: ognuno alleverà una giovenca e due pecore. Per l'abbondanza del latte che faranno, si mangerà la panna; di panna e miele si ciberà ogni superstite in mezzo a questa terra." Isa. 7:21, 22.
In questi versetti, l'Ispirazione rivolge la nostra attenzione a tre creature che producono burro - due pecore e una giovane mucca - e avverte che solo coloro che mangeranno i loro prodotti avranno il diritto di vivere nella "terra" - nella terra del popolo di Dio. Nessun altro, no, nessun altro, ci sarà.
Poiché, quindi, solo coloro che mangiano il burro, coloro che imparano a rifiutare il male e a scegliere il bene, avranno il permesso di vivere nella terra santa, è ancora più ovvio che il burro è figurato come cibo spirituale. E poiché la sua fonte di approvvigionamento sono le due pecore e la giovane mucca, è assolutamente necessario esplorare il regno di questo simbolismo biblico per scoprire cosa sono.
Le due pecore, di un certo tipo e non giovani, sono chiaramente simboliche dell'Antico e del Nuovo Testamento, la Parola, che permette ai suoi destinatari di "scegliere il bene e rifiutare il male". Essendo la mucca giovane, e quindi di origine posteriore rispetto alle pecore, ed essendo anche di dimensioni maggiori rispetto ad esse, non può che essere una figura degli scritti ispirati di origine posteriore e di volume maggiore rispetto alla Bibbia stessa. Gli unici oltre alla Bibbia sono quelli che ci portano "la testimonianza di Gesù:....perché la testimonianza di Gesù è lo Spirito di Profezia" (Apoc. 19:10) - l'interpretazione ispirata delle Scritture.
Bisogna anche notare che questo burro e questo miele sono prodotti nell'era cristiana, nel tempo in cui esistono entrambe le pecore, entrambi i Testamenti, e anche nel tempo in cui lo Spirito di Profezia è all'opera.
E che cos'è lo Spirito di profezia? - Lo stesso capitolo e versetto danno la risposta:
"Allora mi prostrai ai suoi piedi” ai piedi di colui che aveva rivelato la profezia a Giovanni, “per adorarlo, ma egli mi disse: «Guàrdati bene dal farlo! Io sono servo con te e i tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù. È Dio che devi adorare. Infatti la testimonianza di Gesù è lo Spirito di profezia." Apocalisse 19:10.
Qui si vede che mentre le profezie venivano spiegate a Giovanni da uno dei suoi fratelli, in tal modo gli veniva rivelata la Testimonianza di Gesù, lo Spirito di Profezia. Chiaramente, quindi, un servitore di Dio ispirato che porta un messaggio ai suoi fratelli, porta loro la Testimonianza di Gesù. Per illustrare: Supponiamo che il Signore Gesù le comunichi un messaggio personale tramite un messaggero, il suo messaggio non sarebbe forse la sua testimonianza per lei? E se Dio dotasse il messaggero del dono del Suo Spirito per spiegarle le profezie che sono nelle Scritture, non verrebbe forse a lei con lo Spirito di Profezia?
Quindi è chiaro che la "Testimonianza di Gesù" e lo "Spirito di profezia" sono termini sinonimi di un messaggio tempestivo inviato da Dio - "carne a tempo debito". Lo Spirito di profezia, quindi, è il mezzo di Dio per comunicare dal Cielo direttamente alla Sua Chiesa sulla terra, nonché per svelarle le profezie sigillate.
Come abbiamo già visto che le due pecore sono simboliche dell'Antico e del Nuovo Testamento, ora vediamo anche che la "giovane mucca" è simbolica delle interpretazioni ispirate della Bibbia, lo Spirito di Profezia ai nostri giorni. È ormai evidente che il prodotto di queste tre creature deve necessariamente diventare la nostra dieta spirituale se ci aspettiamo di essere "lasciati" e di avere il permesso di vivere in Terra Santa, e che è inutile pensare di sopportare il giudizio in altro modo. E se rimane qualche dubbio su questo, consideri per favore ciò che l'apostolo Pietro dice a questo proposito:
"E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio." 2 Pietro 1:19-21.
Ha notato cosa dice l'Ispirazione? Dichiara chiaramente che le Scritture non sono interpretate privatamente - non senza lo Spirito di Dio nell'uomo, non dall'uomo da solo, e non senza la nomina di Dio stesso. E la ragione addotta, notate, è il fatto stesso che la profezia non è avvenuta per volontà dell'uomo, ma per volontà dello Spirito, attraverso "santi uomini di Dio". Questa, fratelli, è la legge e l'ordine del Cielo. E chi siamo noi per cambiarla? Affidarsi all'interpretazione privata significa quindi barattare la propria anima con l'uomo. Riguardo a questa pratica pericolosa, il Signore comanda:
"Guardatevi dunque dall'uomo, nelle cui narici non v'è che un soffio: in quale conto si può tenere?". Isaia 2:22.
Poiché la verità rivelata viene svelata solo dallo Spirito di Verità in un determinato momento, rifiutare tale rivelazione, "la carne a suo tempo" (Matteo 24:45), significa peccare "contro lo Spirito Santo". Matteo 12:31.
Poiché ora è chiaro come la luce del sole che l'interpretazione ispirata e sempre nuova delle Scritture è lo Spirito di Profezia sempre vivo, gli occhi della Chiesa all'opera (1 Sam. 9:9), allora essere privi di questi occhi spirituali significa cercare di camminare, per così dire, in una fitta oscurità.
Leggi 2 Corinzi 4:3-6. Che cosa significa "la cui mente è stata accecata dal dio di questa epoca, che non crede" (2 Corinzi 4:4)? Come vengono accecati i loro occhi? Come vengono aperti gli occhi?
Dio non nasconde la verità agli uomini, sono loro stessi che l’oscurano con il loro modo di agire. Cristo fornì al popolo ebraico prove sufficienti della sua messianicità, ma i suoi insegnamenti esigevano un deciso cambiamento di vita. Essi si rendevano conto che, accettando Cristo, avrebbero dovuto abbandonare norme e tradizioni ormai care, abitudini egoistiche e malvagie. Bisognava fare un sacrificio per accettare la verità immutabile ed eterna, perciò respinsero la prova più evidente che Dio potesse dare per confermare la loro fede in Cristo. Professavano di credere nelle Scritture dell’Antico Testamento ma respingevano la testimonianza in esse contenuta sulla vita ed il carattere di Cristo. Temevano che, lasciandosi convincere, avrebbero finito per convertirsi ed essere costretti ad abbandonare le loro idee preconcette. Il tesoro del Vangelo, la via, la verità e la vita era fra loro ma essi rifiutavano il più grande dono che il cielo potesse fare. PV 63.4
“Pur nondimeno molti, anche fra i capi, credettero in lui; ma a cagione dei Farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga”. Giovanni 12:42. Erano convinti e credevano che Gesù fosse il Figlio di Dio, ma non rientrava nelle loro ambizioni confessarlo. Non possedevano quella fede che avrebbe loro assicurato il tesoro celeste, cercavano i tesori di questo mondo. PV 64.1
Anche oggi gli uomini danno avidamente la caccia ai tesori terreni e sono pieni di pensieri egoistici e ambiziosi. Pur di guadagnare ricchezze, onori o potenza in questo mondo mettono i principi, le tradizioni e le esigenze degli uomini al di sopra delle esigenze di Dio. Per loro i tesori della sua Parola sono nascosti. PV 64.2
“Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché gli sono pazzia; e non le può conoscere, perché le si giudicano spiritualmente”. 1 Corinzi 2:14. PV 64.3
“E se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che son sulla via della perdizione, per gl’increduli, dei quali l’iddio di questo secolo ha accecato le menti, affinché la luce dell’evangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio, non risplenda in loro”. 2 Corinzi 4:3, 4. PV 64.4
"Cristo conosceva le Scritture, perché affrontò tutte le tentazioni del diavolo con "Sta scritto". Le argomentazioni e le ragioni non sarebbero servite a nulla, ma "Sta scritto" dimostrava che Cristo, il tentato, aveva i piedi su una roccia solida e inamovibile. Dobbiamo imparare queste lezioni dalla Parola, appenderle nella sala della memoria e prepararci così ad affrontare Satana con l'unica arma che lo respingerà: "Sta scritto". Tutte le cose scritte nella Legge e nei Profeti sono vere e ne portano la prova in sé. Non si guadagna nulla cercando di dimostrare con argomentazioni l'origine divina della Bibbia. Essa è il suo stesso espositore. Porta con sé le proprie chiavi; la Scrittura apre la Scrittura. Se non vediamo la verità nella Bibbia, è perché le nostre opinioni e i nostri pregiudizi non sono stati messi alla porta dell'indagine. "Se il nostro Vangelo è nascosto, è nascosto a coloro che sono perduti; il dio di questo mondo ha accecato le menti di coloro che non credono, affinché non risplenda loro la luce del glorioso Vangelo di Cristo, che è l'immagine di Dio" [2 Corinzi 4:3, 4]. "Perché la predicazione della croce è per coloro che muoiono una stoltezza; ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio" [1 Corinzi 1:18].-Manoscritto 40, 1895, 2. ("Istruzione", senza data)". 2MR 96.1