Mansuetidune Nel Crogiolo

Lezione 10, 3° trimestre 27 agosto-2 settembre 2022

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Sabato Pomeriggio - 27 Agosto

Testo della memoria:

"Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.” Matteo 5:4


Nelle beatitudini si individua un progresso costante nell’esperienza cristiana. Coloro che hanno capito di aver bisogno del Cristo, coloro che hanno sperimentato la sofferenza a causa del peccato e hanno condiviso la sua afflizione, impareranno la mansuetudine dal Maestro divino. GMB 24.1

Pagani ed ebrei non apprezzavano le qualità della pazienza e della gentilezza, utili per arginare il male. L’affermazione di Mosè, ispirata da Dio, quando sosteneva di essere l’uomo più mite della terra, non veniva considerata dai suoi contemporanei come una dote. Al contrario suscitava commiserazione e disprezzo. Gesù, invece, elenca la mansuetudine fra le qualità più importanti per entrare nel suo regno. La sua vita e il suo carattere rivelavano infatti la bellezza divina di questa preziosa virtù. GMB 24.2

Domenica - 28 Agosto

Pane Spezzato e Vino Versato

Ezechiele 24:15-27

Quasi subito dopo aver visto il mare alle spalle e il deserto davanti a sé, cominciarono a recriminare a Mosè di averli portati nel deserto per farli morire di fame per mancanza di acqua e di cibo. Non pensarono mai che se Dio può asciugare il mare, può certamente inondare il deserto e farlo fiorire come una rosa. Nonostante i loro dubbi e i loro lamenti, Dio compì di nuovo un miracolo ancora più grande: fece sgorgare l'acqua dalla roccia e portò la manna dal cielo!

Cosa sta succedendo qui? Perché Ezechiele è stato sottoposto a questo crogiolo?

"Nel ventiquattresimo capitolo Ezechiele riporta la rappresentazione che gli fu data della punizione che sarebbe arrivata a tutti coloro che avrebbero rifiutato la parola del Signore. Il popolo fu allontanato da Gerusalemme e punito con la morte e la cattività. Nessuna sorte doveva cadere su di esso per determinare chi dovesse essere salvato e chi distrutto". PC 59,5

Lunedì - 29 Agosto

Intercedere Per La Grazia

Esodo 32:31-14

Quale ruolo trovi svolto da Mosè in questo contesto? Quali ragioni adduce per chiedere al Signore di non distruggere Israele?

Il patto stipulato fra Dio e il suo popolo era stato infranto. L’Eterno dichiarò a Mosè: “...Lascia che la mia ira s’infiammi contro a loro, e ch’io li consumi! Ma di te io farò una grande nazione”. Esodo 32:10. Il popolo d’Israele, e in particolare i gruppi etnici più eterogenei, si sarebbero facilmente ribellati contro Dio anche in futuro; avrebbero continuato a lamentarsi di Mosè, angosciandolo con la loro incredulità e ostinazione. Il compito di condurre Israele alla terra promessa sarebbe diventato per Mosè una fatica ingrata, fonte di continue difficoltà e prove. Le colpe degli ebrei avevano ormai superato la misura della pazienza divina: era giusto sopprimere i responsabili. Il Signore dichiarò che avrebbe annientato quel popolo e da Mosè avrebbe fatto nascere una nazione potente. PP 318.1

“Lascia... ch’io li consumi” aveva detto Dio. Se avesse deciso di distruggere Israele, chi avrebbe potuto difendere quel popolo? Gli ebrei erano colpevoli: chiunque li avrebbe abbandonati al loro destino. Chi, al posto di Mosè, avrebbe preferito a una vita di sacrificio e di fatica, contrassegnata dall’ingratitudine e dalle rivolte, una posizione comoda e onorevole, se per di più era Dio stesso a offrirla? PP 318.2

Mosè seppe scorgere la speranza dove apparentemente vi erano solo ragioni per scoraggiarsi e indignarsi. L’espressione: “Lasciami fare” (Diodati) fece comprendere a Mosè che Dio era disponibile ad accogliere un’intercessione, e che solo le sue preghiere avrebbero potuto salvare Israele, evitando la distruzione del suo popolo. “Allora Mosè supplicò l’Eterno, il suo Dio, e disse: Perché, o Eterno, l’ira tua s’infiammerebbe contro il tuo popolo che hai tratto dal paese d’Egitto con gran potenza e con mano forte?” Esodo 32:11. PP 318.3

Dio aveva fatto intendere di avere ormai rinnegato il popolo. Rivolgendosi a Mosè, Egli aveva sottolineato: “Il tuo popolo che hai tratto dal paese d’Egitto”. Cfr. Esodo 32:7. Con grande umiltà, Mosè rifiutò di essere considerato come la guida d’Israele. Quel popolo non era suo: apparteneva a Dio. E quindi replicò: “...Il tuo popolo che hai tratto... con gran potenza e con mano forte. Perché” aggiunse “direbbero gli Egiziani: Egli li ha tratti fuori per far loro del male, per ucciderli su per le montagne e per sterminarli di sulla faccia della terra?...”. Esodo 32:11, 12. PP 318.4

Durante i pochi mesi trascorsi dalla fuga del popolo d’Israele dall’Egitto, la notizia dello straordinario intervento di Dio era giunta a tutte le nazioni circostanti, e aveva suscitato sgomento e terribili presagi fra i pagani. Tutti seguivano con attenzione gli eventi, per vedere se Dio avrebbe ancora protetto il suo popolo, e se Israele sarebbe stato vinto dai suoi nemici: una sconfitta, infatti, avrebbe gettato il discredito sul suo Dio. Allora gli egiziani avrebbero potuto affermare che le loro previsioni erano state giuste, perché Dio, invece di condurre il suo popolo fuori dal paese per compiere dei sacrifici, ne aveva provocato la distruzione. Essi non avrebbero certo considerato le colpe d’Israele, e la distruzione del popolo che Egli aveva protetto con manifestazioni così imponenti, ma avrebbero attribuito a Dio una natura malvagia. Quanto è grande la responsabilità di coloro che Dio ha circondato del suo favore, affinché il Signore sia rispettato! Essi dovrebbero stare attenti a evitare di commettere un’azione sbagliata, non solo perché incontrerà la condanna divina, ma anche perché essa offrirà un’immagine sbagliata di Dio, e lo esporrà alle critiche di chi non crede! PP 319.1

Nel difendere la sopravvivenza d’Israele, la timidezza di Mosè scomparve ed egli si accorse di provare un amore profondo per quella gente per cui egli aveva fatto tanto, sotto la guida di Dio. Il Signore ascoltò le sue suppliche e la sua preghiera disinteressata; aveva messo alla prova la fedeltà e l’amore di Mosè per quel popolo corrotto e ingrato: egli aveva superato le difficoltà, comportandosi con grande nobiltà d’animo. Il suo interesse per Israele non aveva nessun movente egoistico. Mosè considerava la felicità del popolo scelto da Dio più importante del prestigio personale, e perfino del privilegio di diventare padre di una potente nazione. Dio era soddisfatto della sua fedeltà, della sua semplicità e onestà e gli affidò il grande compito di guidare, come un pastore fedele, il popolo d’Israele verso la terra promessa. PP 319.1

Martedì - 30 Agosto

Amare Chi Ci Fa Del Male

Matteo 5, 43-48

Quale esempio dalla natura ci dà Gesù che ci aiuta a capire perché dovremmo amare i nostri nemici? Qual è il punto che ci sta insegnando?

Gli ebrei pensavano che Dio amasse soltanto coloro che gli erano fedeli — secondo il loro punto di vista coloro che soddisfacevano le richieste dei rabbini — e il resto dell’umanità vivesse sotto la sua maledizione. Gesù precisò che non era vero e che tutti godono della luce del suo amore. Questa verità egli la illustrò tramite esempi tratti dalla natura: “...Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”. Matteo 5:45. MB 74.2

Quando il nostro carattere era privo di ogni virtù e attrattiva, odiavamo noi stessi e gli altri, il Padre ha avuto pietà di noi: “Quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini si sono manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute ma per la sua misericordia...”. Tito 3:3-5. Se accettiamo il suo amore, diventeremo gentili e cortesi non soltanto nei confronti di coloro che amiamo ma anche verso i colpevoli, i corrotti e i peccatori. MB 75.1

I figli di Dio condividono la sua natura. Non è per classe sociale, per nascita, per razza, per privilegi religiosi che essi appartengono alla famiglia di Dio; ciò si dimostra soltanto tramite l’amore, quell’amore che coinvolge tutta l’umanità. Perfino i peccatori, che sono ancora sensibili all’azione dello Spirito di Dio, risponderanno alla sua bontà. Ora essi rispondono all’odio con l’odio, ma poi risponderanno all’amore con l’amore. Soltanto lo Spirito di Dio dà la forza di rispondere all’odio con l’amore. Dimostrare bontà agli ingrati e ai malvagi, fare del bene senza aspettare il contraccambio sono le caratteristiche che contraddistinguono i cittadini del regno dei cieli e tramite cui i figli dell’Altissimo rivelano la loro discendenza divina. MB 75.2

La parola “dunque” implica una conclusione, un legame con qualcosa di precedente. Gesù dopo aver descritto ai suoi uditori la misericordia e l’amore di Dio, li esorta a essere perfetti perché il Padre è buono verso gli ingrati e i malvagi. Cfr. Luca 6:35. Poiché egli si è abbassato fino a noi per rialzarci, ora possiamo diventare simili a lui nel carattere e irreprensibili davanti a Dio e agli angeli. MB 76.1

Le condizioni per ottenere la vita eterna, nella logica della grazia, sono le stesse dell’Eden: giustizia perfetta, armonia con Dio, adesione ai principi della sua legge. Il carattere ideale, così come è presentato nell’Antico Testamento, lo ritroviamo anche nel Nuovo e non è irraggiungibile per il credente. Ogni comandamento, ogni ordine di Dio implica una promessa precisa. Il Signore ha previsto che possiamo diventare simili a lui e realizzerà quest’opera in tutti coloro che non si opporranno all’influsso della sua grazia con una volontà malvagia e ostinata, rifiutando così la sua grazia. MB 76.2

Mercoledì - 31 Agosto

Una Bocca Chiusa

1 Pietro 2,18-25

Quali principi di mitezza e umiltà nel crogiolo possiamo imparare dall'esempio di Gesù, espresso qui da Pietro?

I servi furono ammoniti a rimanere soggetti ai loro padroni “con ogni timore... ai buoni e moderati, ma anche a quelli che son difficili. Poiché questo è accettevole: — spiegò l’apostolo — se alcuno, per motivo di coscienza davanti a Dio, sopporta afflizioni, patendo ingiustamente. Infatti, che vanto c’è se, peccando ed essendo malmenati, voi sopportate pazientemente? Ma se facendo il bene, eppur patendo, voi sopportate pazientemente, questa è cosa grata a Dio. Perché a questo siete stati chiamati: poiché anche Cristo ha patito per voi, lasciandovi un esempio, onde seguiate le sue orme; egli, che non commise peccato, e nella cui bocca non fu trovata alcuna frode; che, oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; che, soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di Colui che giudica giustamente; egli, che ha portato egli stesso i nostri peccati nel suo corpo, sul legno, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le cui lividure siete stati sanati. Poiché eravate erranti come pecore; ma ora siete tornati al Pastore e Vescovo delle anime vostre”. 1 Pietro 2:18-25. UVI 327.2

La lezione si applica ai credenti di ogni tempo. “Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti”. Matteo 7:20 (Luzzi). L’ornamento interiore di uno spirito umile e calmo è di inestimabile valore. Nella vita del vero cristiano l’ornamento esteriore è sempre in armonia con la pace e la santità interiore. “Se uno vuol venire dietro a me, — disse Gesù — rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua”. Matteo 16:24 (Luzzi). L’abnegazione e il sacrificio sono il segno della vita cristiana. La dimostrazione che il gusto è convertito, sarà vista nell’abbigliamento di tutti coloro che camminano nel sentiero tracciato per i riscattati del Signore. UVI 327.4\

Giovedì - 1 Settembre

Nostra Roccia E Rifugio

Salmo 62:1-8

Come potete imparare ad applicare i principi di questo Salmo alla vostra vita?

L’ubbidienza alla Parola di Dio sarà considerata ribellione. Accecati da Satana i genitori saranno duri e severi con i figli credenti, che diserederanno e scacceranno di casa; i padroni opprimeranno i loro dipendenti che osservano i comandamenti. Si adempiranno alla lettera le parole dell’apostolo Paolo: “...tutti quelli che voglion vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati”. 2 Timoteo 3:12. Quando i difensori della verità rifiuteranno di onorare la domenica come giorno di riposo, alcuni saranno carcerati, altri mandati in esilio e alcuni addirittura trattati come schiavi. Dal punto di vista della ragione umana tutto questo sembra impossibile, ma quando la potenza dello Spirito di Dio si ritirerà dalla terra e il mondo verrà a trovarsi sotto il dominio di Satana, che odia i comandamenti divini, allora accadranno cose molto strane. Il cuore umano che non prova timore e amore per il Signore può diventare molto crudele. GC 608.1

Al sopraggiungere delle prove, molti che hanno professato di credere nel messaggio del terzo angelo, ma che non sono stati santificati dall’ubbidienza alla verità, abbandoneranno la loro posizione e si schiereranno con gli oppositori. Unendosi al mondo, condividendo il suo spirito, essi finiranno per vedere le cose dallo stesso punto di vista e così, nell’ora della prova, essi sceglieranno la via più facile. Uomini dotati di talento, eloquenti, che una volta amavano la verità, si serviranno dei loro talenti per ingannare e sviare gli uomini e diventeranno i più acerrimi nemici dei loro fratelli di un tempo. Quando gli osservatori del sabato saranno condotti davanti ai tribunali per rispondere della loro fede questi apostati saranno i più efficaci agenti di Satana nel calunniarli, accusarli, metterli sotto una cattiva luce, privandoli delle simpatie dei giudici. GC 608.2

In questo tempo di persecuzione, la fede dei messaggeri del Signore sarà messa a dura prov. GC 608.4

Venerdì - 2 Settembre

Approfondimento

Sofonia 2:2- “Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia, cercate l'umiltà; forse potrete trovarvi al riparo nel giorno dell'ira del Signore.”

Quando questa nazione destinata al giudizio inizierà a riunirsi, allora, se non mai prima, i miti della terra dovranno cercare la mitezza.

I miti della terra sono coloro che hanno operato i giudizi del Signore, che hanno proclamato il messaggio del grande e terribile giorno del Signore. Sono il Suo popolo, la Sua Chiesa. La nazione che non è desiderata, quindi, è un popolo, e i miti della terra, la chiesa, coloro che sono nascosti nel giorno dell'ira del Signore sono un altro popolo. L'uno si riunisce, l'altro cerca la mitezza. Sicuramente, quindi, la "nazione" dei versetti 1 e 2 non è la Sua chiesa, ma il popolo del versetto 3 è il Suo popolo, la Sua chiesa.

Leggiamo ora i versetti 1 e 2 in connessione con i versetti 4 e 5, omettendo il versetto 3, quello che si riferisce alla Chiesa.

Sofonia 2: 1, 2, 4, 5-„Radunatevi, raccoglietevi, o gente spudorata, prima che esca il decreto, prima che passi il giorno come pula, prima che piombi su di voi l'ira furiosa del Signore, prima che piombi su di voi il giorno dell'ira del Signore. Gaza infatti sarà abbandonata e Àscalon ridotta a un deserto. Asdod in pieno giorno sarà deportata ed Ekron distrutta dalle fondamenta. Guai agli abitanti della costa del mare, alla nazione dei Cretei! La parola del Signore è contro di te, Canaan, paese dei Filistei: Io ti distruggerò privandoti di ogni abitante».

Il quarto versetto implica sicuramente che la "nazione" si riunirà nelle città di Gaza, Ashkelon, Ashdod ed Ekron, nel paese dei Filistei, nel paese di Canaan, in Palestina:

In considerazione del fatto che questa Scrittura si sta svolgendo ora, e anche del fatto che c'è un solo popolo, una sola nazione (i discendenti degli antichi scribi, sacerdoti e farisei che hanno rifiutato il Signore e che non lo hanno accettato nemmeno oggi, che non sono desiderati in nessuna parte del mondo) che sta facendo tutto il possibile per riunirsi in Palestina - in considerazione di tutto ciò, gli attuali ebrei sono quella nazione indesiderata. Su di lei, quindi, si abbatterà l'ira del Signore se continuerà a rinnegare Cristo. Sì, l'ebreo, universalmente odiato, è l'unica nazione che è stata dispersa nel mondo dei gentili ed è l'unica che ora si sta radunando in Palestina.

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